Cronaca locale

«Botte, sputi e minacce» i controllori lanciano l'sos

«Botte, sputi e minacce» i controllori lanciano l'sos

Mezzanini dell'Atm a rischio. Per chi? Per i controllori dell'Atm che stanno nei gabbiotti dei mezzanini. Basta girare un pò per raccogliere lo sfogo degli addetti, la sensazione di scarsa sicurezza è sentita da Primaticcio a San Babila, senza distinzioni. L'ultimo episodio risale a venerdì sera. Il corridoio che collega la stazione Duomo con quella di Cordusio viene chiuso intorno alle 21. L'addetto di turno, S.G. di 58 anni, invita un uomo che già mostrava uno stato di alterazione a liberare lo spazio per consentire il blocco del passaggio pedonale. Ma G.G, italiano di 42 anni, inizia ad inveire e colpisce più volte il controllore. Se la cava con qualche contusione, arriva l'ambulanza e lo trasporta in ospedale per i controlli. Anche l'aggressore, senza traumi come riferisce il 118, viene portato per accertamenti al San Giuseppe. Episodi simili nelle scorse settimane sono accaduti a Cadorna, a Primaticcio.
I controllori raccontano che da quando non vengono più utilizzate le ronde dei poliziotti in pensione (c'era una convenzione con l'Api) e il servizio di sorveglianza Atm è stato trasferito quasi interamente nei depositi, chi presta servizio nei mezzanini si sente meno sicuro. «A fine servizio poi - si sfoga un addetto - tocca a noi chiedere a balordi che si sono addormentati in metrò di scendere, e spesso le reazioni sono aggressive». Per fortuna le aggressioni fisiche non sono all'ordine del giorno, «pià spesso ci becchiamo gli sputi o le minacce». Non vuole dare giudizi politici ma «è fuori di dubbio che negli ultimi due anni la situazione è peggiorata. Abbiamo capito che la giunta Pisapia è contro la militarizzazione, ma servirebbe più sorveglianza nei mezzanini la sera, a tutela non solo dei clienti ma anche di chi svolge tutti i giorni il proprio lavoro nelle stazioni».

Anche perchè «i vigilantes sanno come reagire ad un'eventuale aggressione, noi se pigliamo gli schiaffi rischiamo pure di passare dalla ragione al torto».

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