Cronaca locale

Braccio di ferro sui taxi: Regione chiama le sigle e dice «stop» alle licenze

Il Comune spinge per 450 nuovi permessi Ma il Pirellone frena, domani le audizioni

Alberto Giannoni

Nuovo round del braccio di ferro sui taxi. Palazzo Marino è partito «in quarta» con 450 nuove licenze da mettere a bando. Subito stoppato dalla Regione, che a ottobre in Consiglio ha approvato una mozione (prima firma il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi) per congelare tutto almeno fino agli esiti di un monitoraggio del servizio. Col bilancio regionale, questo studio è stato finanziato. «La giunta Sala - ha detto anche ieri Comazzi - vorrebbe mettere a bando 450 nuove licenze taxi: una decisione arbitraria e superficiale, che Regione Lombardia (approvando la mozione della quale sono primo firmatario) ha stoppato già lo scorso ottobre, causando l'irritazione dell'assessore Granelli». L'assessore regionale reagì infatti ifuriato: «La Regione - disse - vuol rallentare il potenziamento del servizio e bloccare la crescita di Milano».

Ma anche le categorie sono contrarie. Parlando del progetto milanese, il presidente di Taxiblu 02.4040, Emilio Boccalini ha osservato che «le chiamate inevase potrebbero essere potenzialmente coperte dai taxi attuali con un'ottimizzazione dei turni e della viabilità». E questa valutazione - basata anche sui rallentamenti determinati dai lavori in corso - si ritrova anche nella mozione. «La viabilità a Milano - si legge - è attualmente fortemente ostacolata dalla presenza di numerosi cantieri per interventi su reti fognarie, teleriscaldamento, gas e dai cantieri della M4 (chiusura prevista per aprile 2022) che stanno di fatto inibendo la circolazione in punti nevralgici della città».

Il centrodestra regionale ha subito mostrato di considerare l'impostazione comunale come «inutile, dannosa, ideologica», ma anche scorretta nel metodo, perché invasiva di competenze regionali. L'assessore regionale, Claudia Terzi, inoltre, ha chiesto di approfondire la questione con le audizioni delle sigle nella commissione Trasporti. E lo ha fatto sottolineando le competenze regionali. In base alle norme vigenti - ha ricordato - la definizione e l'incremento percentuale del contingente unificato di bacino è determinato con atto della giunta regionale». Terzi, inoltre, «considerata la delicatezza della questione», ha ipotizzato «specifiche audizioni di tutti i portatori di interesse coinvolti, da parte della quinta commissione». E la commissione è stata convocata per domani dalla presidente, Claudia Carzieri (Fi). E ci saranno quindi Satam, Tam, Cgil, Orsa, Fit Cisl, Acai.

«La sinistra milanese - spiega Comazzi - dovrebbe tenere un atteggiamento mento arrogante: prima di prendere certe decisioni occorre avere un'idea precisa dello stato dell'arte; per questo - prosegue l'azzurro - la giunta regionale chiederà alla società Polis di effettuare un'analisi puntuale sul reale fabbisogno di nuove licenze taxi a Milano (le risorse per finanziare tale studio saranno stanziate a breve). Anziché lanciare strali contro la Regione, l'assessore Granelli dovrebbe riflettere sul fatto che oggi il traffico cittadino è penalizzato dai cantieri M4 e da altri lavori temporanei; rilasciare centinaia di nuove licenze senza tenere conto di questi aspetti potrebbe avere conseguenze devastanti per il settore taxi».

«Durante la commissione Territorio di domani - conclude il capogruppo di Forza Italia - verranno auditi i rappresentanti sindacali e gli operatori del settore: a differenza di Palazzo Marino, Regione Lombardia vuole confrontarsi in maniera esaustiva con questi ultimi per capire quali sono i passi giusti da compiere».

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