Cronaca locale

Brilla il Piave district tra menu, vini e dolci a ogni ora e senza stop

Mercoledì apre "God save the food", l'ultimo locale di una zona che ha cambiato volto

Brilla il Piave district tra menu, vini e dolci a ogni ora e senza stop

C'è chi l'ha sempre chiamata Porta Venezia, ma oggi le tendenze esterofile l'hanno ribattezzato «Piave district» anche perché siamo più spostati verso est: dall'ex hotel Diana, oggi Sheraton, in viale Piave appunto. Qui, mercoledì, al numero 18, aprirà il terzo God Save The Food di Milano (gli altri sono in via Tortona e a Brera), sigillo a un'area scoperta nel 2005 da Dolce&Gabbana. I due stilisti, col restauro dell'ex cinema Metropolitan, hanno dato il via alla trasformazione del quartiere oggi firmamento di locali. Sono in cinque, tutti sui 40 anni, ad aver avuto l'idea di aprire i locali, un format giovane, che mantiene le cucine in funzione tutto il giorno per mangiare a qualsiasi ora pizze, focacce, insalate, piatti realizzati con la wok e ulteriori ricette leggere create per dare il giusto sapore a una sosta di relax. Due piani di vetrate e un ambiente più caldo rispetto a via Tortona o piazza del Carmine, legno scuro, scelta dei vini a vista. L'idea è di far sentire il cliente a casa, senza puntare sulla massa, ma sulla particolarità dell'offerta.

Tre soli i tavoli al Kitchen Rolls di viale Piave 5, aperto a maggio da Massimo, 54 anni, di Rho, insieme alla moglie Yupu, 42 anni, cinese. Lei, sola in cucina, prepara ottimi piatti all'incrocio fra cultura cinese e sapori mediterranei, giapponesi e coreani. La maggior parte delle portate sono nuove, inventate da lei (da non perdere la zuppa piccante coreana), aperto a pranzo e cena. A portare avanti la cucina orientale c'è anche la Saketeca Go (www.saketeca.com) che esiste da 4 anni ed è un punto di riferimento anche per molti giapponesi. Il locale, piccolo e con pochi tavoli, nasce per far vivere la tradizione giapponese del Sake. In un'atmosfera rilassata si offre la possibilità di acquistare o assaggiare uno dei tanti Sake sulla carta, anche in cocktail ad hoc e accompagnarli ai piatti preparati dallo chef.

Al numero 1 si trova uno dei templi per chi ama bere bene, ovvero il Nottingham Forest, molto noto per la cura e la bontà dei cocktail. Dall'altra parte della strada, al 6, Andrea e Giulia, 40 e 35 anni, hanno aperto il Kitchen@More, in cui tutto l'arredamento è in vendita. Bicchieri vintage, manifesti antichi della Scala, tavoli e sedie particolari oltre a una collezione di specchi. Le parole d'ordine sono modernità e allegria. Al mercoledì musica dal vivo o una serata live a tema. Aperto dalle 7 alle 21.30 (chiuso la domenica), ha come specialità la tartar mentre di sabato si può andare per il brunch. Di recente apertura, sullo stesso lato della strada, troviamo il Loria, una «pasticceria-boutique» che non chiude mai e offre specialità dolci dalla mattina (25-30 tipi di croissant) alla sera cone le quiche. Accoglienza e qualità sono caratteristiche a L'Angolo di casa che ogni sera richiama i vip. Da Gigi d'Alessio a cantanti, calciatori e modelle, tutti sono conquistati dal servizio cortese e dalle porzioni abbondanti dello chef Angelo, 42 anni, amato anche per il regalo serale: alle 22 brioche con panna e cioccolato caldo. Ammessi i cagnolini, prediletti dai gestori che hanno un chihuahua. A fianco ecco il Riad, in arabo «giardino nascosto». E il tocco orientale in effetti c'è, negli arredi marocchini e le piante verdi dentro e fuori dove, anche qui, è tutto in vendita. La particolarità è l'aperitivo: si può stuzzicare l'appetito con taralli o verdura cruda (8 euro), oppure con le «tapas all'italiana» (10 euro): pane nero con burro e acciughe, o crostone con lardo di colonnata, o humus di ceci con piadina araba. La Piccola Cucina, ottimo ristorante italiano sempre in stile Piave con pochi tavoli, accoglienza curata e cucina italiana di stagione, ci si imbatte nel Wine Road, enoteca-ristorante che testimonia il viaggiare di Marco, Valeria e Valerio sempre a caccia di nuove etichette. Qui infatti si trovano vini di cantine piccole perché lo spirito è quello di educare gli avventori a conoscere i vini. Etichette di ottima qualità che costano meno solo perché meno note.

Nel Wine Road c'è anche una cucina e si possono mangiare a pranzo e cena cibi adatti al vino scelto.

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