Cronaca locale

Bruno Munari e le sue 400 copertine: Kasa dei libri si inonda di forme e colori

Una installazione inclusiva e tattile per scoprire il genio artistico del famoso designer. Fino a domenica 23 ottobre 2022. Lo spazio espositivo è quello molto particolare della “Kasa dei Libri”, in Largo Aldo de Benedetti, con vista ai grattacieli del quartiere Isola di Milano

Bruno Munari e le sue 400 copertine: Kasa dei libri si inonda di forme e colori

Ancora pochi giorni (chiude domenica 23 ottobre 2022) per scoprire e immergersi ne “Le copertine di Munari”, tra colori, forme, libri da vivere con l’occhio, l’olfatto e il tatto, altri da seguire solo visivamente nel percorso installativo. Lo spazio espositivo è quello molto particolare della “Kasa dei Libri”, in Largo Aldo de Benedetti, con vista ai grattacieli del quartiere Isola di Milano, creato dallo scrittore Andrea Kerbaker. Si arriva al palazzo che morbidamente crea un angolo, si citofona e si sale al sesto piano per la mostra, ma anche al quarto e al quinto, per visitare i tre appartamenti che custodiscono la biblioteca dello scrittore.

Hanno contribuito alla ricerca dei volumi alcuni esperti, Mauro Chiabrando è uno di essi. Veramente l’idea è nata in primavera quando un libraio antiquario fece avere a Kerbaker un catalogo con i 25 volumi della collana “Caleidoscopio” con le copertine disegnate da Bruno Munari all’inizio degli anni Sessanta per il Club degli Editori.

Andrea Kerbaker ha fondato lo spazio culturale “Kasa dei Libri”, con la K iniziale come il suo cognome, nel 2012, dedicando tre appartamenti del palazzo anni Quaranta, un luogo per raccogliere ed esporre la sua ricca biblioteca, oltre 30mila volumi, culturalmente vitale con una programmazione che spazia tra incontri, dibattiti e mostre, performance, scambi culturali, ma anche un luogo immersivo, speciale, dove i visitatori possono fare una esperienza unica, sensoriale. Tutti i volumi raccolti si possono consultare.

La mostra dedicata a Munari è curata da Kerbaker ed è aperta tutti i pomeriggi dalle 15 alle 19. Sono state raccolte le produzioni grafiche realizzate dal designer per famose case editrici, quali Einaudi, Bompiani, Rizzoli, Club degli Editori, ma anche per editori di nicchia, come Scheiwiller, che numerano poche copie. Le 400 copertine sono della sua attività editoriale, partendo dal 1930, fino ad arrivare al 1998, anno della morte, copertine note ma anche lavori grafici poco conosciuti.

Scrive Bruno Munari: “Molti pittori fanno copertine per i libri dando un loro disegno da pubblicare, senza preoccuparsi se la comunicazione visiva, a che guarda il libro in vetrina, dice qualcosa relativamente al contenuto di quel libro. Io invece per fare una copertina cercavo e cerco di rendermi conto di quello che voleva comunicare lo scrittore e mi sforzavo di filtrare la sua stessa comunicazione con le mie immagini. Perché la prima comunicazione che si riceve da un libro è il tipo visivo. Dopo lo si legge. In vetrina, il libro comunica, prima di tutto, visivamente con il lettore” (da Mussolini nel buco, Almanacco Bompiani 1977).

Quasi sessant’anni di lavoro, un allestimento che fa vivere i libri in maniera sempre nuova, che galleggiano sulla parete, come una installazione, che si muovono liberi nello spazio, creando un ambiente immersivo. Disposti su semplici e originali piani di appoggio che mettono in evidenza la composizione, la luce, il colore, la forma, la fantasia, le sperimentazioni di Munari nella grafica e nell’editoria e la sua arte di disegnare la copertina, figurativa oppure astratta.

Sono visibili le 77 copertine di “Un libro al mese”, editati dal Club degli Editori, dal 1960 al 1966; le 43 copertine degli anni Cinquanta per la collana “Uno al Mese”, di Bompiani, con romanzi come “Lady Margot” di Evelyn Waugh o “La moglie inglese” di Nancy Mitford, dal linguaggio legato all’Astrattismo. Poi troviamo ancora le copertine a edizioni limitate di Einaudi, “Nuova Atlantide” e “La nuova società. Di notevole interesse le copertine per importanti riviste, la “Rivista illustrata del Popolo d’Italia”, degli anni Trenta, la rivista Domus di architettura e arredamento, degli anni Cinquanta, diretta da Gio Ponti, dove è chiaramente visibile la composizione geometrica, l’appartenenza alla corrente dell’Arte concreta. Degli anni Trenta sono anche le copertine per La Lettura, (il mensile del Corriere della Sera).

Il corridoio, guardare ma non toccare, è dedicato ai libri d’artista, pregiate edizioni del tipografo milanese Giorgio Lucini. Poi i piccoli libri in bianco e nero della collana “Il Quadrato”, di Vanni Scheiwiller, completamente dedicata a questa figura geometrica primaria e alla sua simbologia. Il bianco e nero sono anche i non colori usati per la collana I Satelliti, pubblicati da Bompiani negli anni Settanta, disposti sulla parete e nello spazio come fossero dei satelliti, allo stesso modo della composizione che appare sulle copertine.

L’installazione che richiama maggiormente l’arte povera è dedicata ai volumi della collana “Libri per bambini”, di Gianni Rodari e Nico Orengo, per Einaudi. Si collega proprio a questa sezione “Il grande gioco della forma”, un’attività per bambini che trae ispirazione dagli interventi didattici del maestro e si svolge negli spazi della mostra. I bambini, dai 4 agli 11 anni devono essere accompagnati, la partecipazione è gratuita ma con l’obbligo di iscrizione a mostre@lakasadeilibri.it. L’attività è prevista per sabato 22 ottobre 2022, dalle ore 10 alle 12. Il gioco prevede la creazione di una copertina, che ciascuno porterà a casa, nelle quattro “isole gioco” solo con i materiali messi a disposizione, tecniche usate da Munari.

Bruno Munari nasce a Milano il 24 ottobre 1907, città dove vive e muore il 29 settembre 1998. Artista e designer, è stato un grande ricercatore e sperimentatore della pittura, scultura, grafica, disegno industriale, ma anche della cinematografia. Notevole il suo contributo nella scrittura, nella poesia e nella didattica: sono degli anni Settanta i “Laboratori tattili”, polisensoriali, per sviluppare nei bambini la fantasia e la creatività attraverso il gioco. Ha attraversato il Futurismo, sottoscrivendo il Manifesto Tecnico dell’Aeroplastica Futurista, l’Astrattismo, l’Arte concreta e l’Arte Programmata, è stato ideatore del Laboratorio per l’Infanzia alla Pinacoteca di Brera. Ha collaborato con numerose case editrici, Einaudi, Bompiani, Rizzoli, Scheiwiller, Editori Riuniti, Zanichelli, ecc., creando copertine, sopraccoperte, fotografie, illustrazioni, libri d’artista, e molti altri.

Si è dedicato intensamente al design e all’arte, creando opere che raccontano tutti gli sviluppi artistici del suo secolo, il Novecento.

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