Cronaca locale

Bruzzano, 90 profughi in parrocchia

All'oratorio San Luigi arrivano i migranti del centro di via Sammartini

Elena Gaiardoni

Un tetto di novanta profughi al giorno, cento volontari, nessun contributo pubblico. Con questi requisiti è partito ieri il secondo progetto d'accoglienza della parrocchia della Beata Vergine Assunta di Bruzzano, in accordo con la Casa della Carità e il Comune. Sono state prese venti persone provenienti da Eritrea, Somalia e Etiopia.

Collaudato nel 2015, il meccanismo di ospitalità cerca di far fronte a un 2016 con le coste già sfiancate dagli sbarchi, e l'iniziativa non viene dall'alto ma dal senso di civiltà degli stessi parrocchiani di Bruzzano, ai quali si affianca una ventina di volontari dell'associazione Articolo 21 del carcere di Bollate. Anche per quest'estate l'oratorio di San Luigi diventerà una casa per coloro che hanno bevuto in mare tutta la disperazione, ancorati all'ottimismo della speranza, quell'ottimismo che le semplici persone milanesi ricambiano con l'entusiasmo di credere in una nuova umanità, perché nessuno di noi naviga più in acque tranquille. «Don Paolo Selmi, i suoi parrocchiani e i suoi volontari sono tornati a dire un «sì» importante - commenta don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità -. Fino alla fine di agosto bambini, donne e uomini trovano la porta aperta». C'è chi parla e tiene le porte chiuse, c'è chi tace e spalanca le braccia secondo lo spirito del cardinale Carlo Maria Martini. Sono questi lumi i cittadini di Bruzzano, non lumi della ragione ma della disponibilità. Sono loro il soggetto politico di un mondo in trasformazione culturale. «Metteremo a disposizione gli operatori della Casa della Carità per fornire un adeguato supporto legale e sanitario». Nell'estate 2015 sono passate 351 persone di tredici nazionalità diverse dall'oratorio di San Luigi. Dopo le prime venti, oggi ne arriveranno altre dal centro di via Sammartini.

E intanto oggi approda a Reggio Calabria la nave Vega con a bordo 729 migranti, di cui 424 uomini, 151 donne e 152 minori e 2 neonati. I migranti provengono da vari paesi africani tra cui: Ghana, Libia, Marocco, Nigeria, Senegal, Sudan e Pakistan. Al momento dello sbarco i migranti verranno sottoposti alle prime cure sanitarie da parte del personale medico presente sul posto e assistiti dalle associazioni di volontariato.

Poi saranno trasferiti in base al piano di riparto predisposto dal Ministero dell'Interno presso strutture ubicate anche in Lombardia, oltre che in Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria.

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