Cronaca locale

Bufera su Salvini: "La compagna assunta in Regione"

Accuse di nepotismo al leader della Lega Nord

Bufera su Salvini: "La compagna assunta in Regione"

Il centrosinistra all'attacco del segretario della Lega Matteo Salvini dopo che il Fatto quotidiano ha denunciato l'assunzione in Regione della sua compagna. Un «contratto in forma di incarico fiduciario» da 70mila euro nello staff dell'assessore al Welfare Maria Cristina Cantù. «Lei è in grado di aiutarsi da sola e di aiutare gli altri», la replica di Salvini. «Quei poveretti non potendomi attaccare su altro, se la prendono con la mia compagna. Peccato che laureata e avvocato (più brava di me!), abbia scelto di lasciare una più comoda e remunerativa carriera nel privato per occuparsi di sociale, di malati di mente e di donne maltrattate, di disabili e di bimbi in difficoltà». Poi ricorda che «lavora per la Asl da cinque anni» dove ha vinto un concorso e ha seguito la Cantù a Milano e a Legnano, prima di prendere l'aspettativa per seguirla in Regione. Dove «è stata assunta come migliaia di altre persone senza che io abbia (ovviamente) fatto nulla». Parole che non hanno convinto il capogruppo Pd Enrico Brambilla che parla di «familismo». Aggiungendo di non mettere «in discussione la professionalità della signora, però immagino che vi siano molte altre di persone con la medesima professionalità». Parlando di «inopportunità prima politica che giuridica, perché così si insinua l'idea che il lavoro si trova più per relazioni personali e di partito che per competenza». Duri i «grillini» che a quella che definiscono una «parentopoli» aggiungono Stefano Spennati, il figlio dell'assessore Valentina Aprea che dopo l'esperienza all'Ue come assistente di Lara Comi (ma potendo vantare nel curriculum incarichi al ministero dell'Istruzione, nello staff del commissario Antonio Tajani e con Mario Mauro vice presidente dell'europarlamento) è diventato dirigente della Regione presso la sede di Bruxelles.

«Ogni giorno - attacca il grillino Dario Violi - ci imbattiamo in personale assunto in posizioni apicali dalla Regione, dalle Asl o dalle aziende partecipate che non ha alcun requisito se non l'amicizia o la parentela con politici della casta».

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