Cronaca locale

«C'è chi perde tutto La banca on line è il nuovo abuso»

Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento Dipendenze della Ats (ex Asl) di Milano. Quando i «malati di gioco» si rivolgono a voi?

«Se hanno qualcuno accanto forse si fermano prima, troppo spesso purtroppo chi gioca in forma patologica prima di chiedere un intervento tende a perdere tutto, e non parlo solo di soldi ma di lavoro, famiglia, affetti. Tirarli fuori a quel punto è un lavoro titanico, rischiano di cadere anche in altre patologie come alcol, depressione. Spesso significa garantire assistenza cronica, con costi alti per il servizio sanitario. Per ognuno va fatto un percorso specifico, da quello psicopedagogico - ti insegno a gestire la tua vita - alla cura vera e propria con farmaci».

Se si interviene precocemente sul soggetto a rischio quali sono i risultati?

«Le persone che vengono relativamente presto da noi riescono in tempi molto brevi, alcune settimane o pochi mesi, a controllare le proprie abitudini. Non vuol dire che sono guarite ma la pulsione al gioco è arginabile in tempi ragionevolissimi. Per noi è quasi disperante sapere che quello che facciamo è estremamente efficacie, direi in un modo rivoluzionario, ma ne abbiamo in carico 200 e fuori ce ne sono 20mila».

Sono persone che avrebbero già bisogno di cure?

«Ventimila sono le persone intervistate che mostrano già un comportamento di gioco a rischio, avrebbero bisogno di un intervento specifico. Sono in prevalenza uomini. Ma teniamo conto che quando si parla di gioco d'azzardo si pensa a slot, gratta e vinci e simili e a nessuno, tanto meno a chi ne abusa, viene in mente ad esempio l'home banking: alcuni prodotti finanziari sono francamente simili al gioco d'azzardo. Il sistema bancario dirà che è dotato di meccanismi di controllo, ma siamo sicuri che tutto funzioni nella maniera più corretta?».

I programmi di recupero funzionano, ma i fondi ci sono?

«Le risorse mancano e forse bisognerebbe fare un ragionamento di compartecipazione della spesa secondo il reddito come avviene per altre patologie. Nell'ambito delle dipendenze i servizi sono gratuiti per tutti. E oggi si ragiona troppo su tanti progetti a breve termine, si decida quali mettere a regime e si portino avanti. Si potrebbe pensare anche a percorsi intensivi, come weekend di cura tosti».

ChiCa

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