Cronaca locale

Caro Renzi, giù le mani dal commissario

Il vero re di questa Expo da 22 milioni di visitatori è lui. E ora la sinistra vuole ridurlo a uomo di parte

Caro Renzi, giù le mani dal commissario

Poche palle. Il vero re di questa Expo da 22 milioni di visitatori è lui. Quel Giuseppe Sala che reso più forte dai galloni (e dai poteri speciali) di commissario ha fatto il miracolo. Giusto perché è uomo serio e schivo, ma si meriterebbe il trionfo come un generale romano lungo cardo e decumano. I veri sconfitti, invece, sono il premier Matteo Renzi e il ministro Maurizio Martina (entrambi Pd), il cui contributo al successo dell'impresa si è risolto in poco più che un appoggio psicologico e pacche sulle spalle.

Che non avranno fatto male a chi qui a Milano si spaccava la testa cercando di risolvere i problemi, ma di certo nemmeno bene. La sconfitta di Renzi e Martina, invece, sta nella foga con cui si gettano su Sala. Ovviamente un minuto dopo aver avuto la certezza che l'Expo sarebbe stata un successo e non un bagno di sangue. Ché in Italia siam maestri nel correre in soccorso al vincitore. Ed ecco allora il commissario diventare l'uomo della provvidenza. Non tanto per evitare all'Italia una figura di palta planetaria, perché di quello a Renzi poco importava. Sarebbe bastato addossare tutte le colpe a Letizia Moratti e Silvio Berlusconi che l'Expo l'avevano pensata a e voluta e lo scaricabarile sarebbe stato semplice. Sala è diventato l'uomo della provvidenza quando Renzi ha capito quanto male potrebbero fargli gli italiani finalmente chiamati a votare a primavera. Elezioni comunali, ma che con Napoli, Roma, Torino e Milano si trasformeranno in una pagella al governo.

Ed era ora, perché questi le urne non le hanno nemmeno viste. E non hanno nessuna intenzione di vederle fino al 2018. Ecco perché Milano diventa ragione di vita o di morte per il governo. Ed ecco perché Renzi ha subito detto che delle candidature di un Pd ormai allo sfascio, tipo l'assessore Pierfrancesco Majorino e il deputato Emanuele Fiano, non sa proprio che farsene. Ed ecco perché Sala è diventato il suo pallino. Peccato che a farlo traghettare dal privato al pubblico trasformandolo in uno strordinario civil servant sia stato un sindaco di centrodestra come Letizia Moratti che lo ha voluto come segretario generale del Comune. E che l'investitura di Mario Monti alla Bocconi non ne faccia proprio un uomo di sinistra. E, infatti un uomo di sinistra come Paolo Limonta, il braccio destro di Giuliano Pisapia ha detto al «Giornale» che Sala candidato non lo vuole nemmeno vedere. In tutto questo a rimetterci è proprio Sala. E tutti quelli che con lui avrebbero voluto godersi il successo di Expo senza il sospetto di applaudire un uomo di parte. Come vorrebbe ridurlo questa ipocrita sinistra in salsa borghese di Matteo Renzi. Sala (e l'Expo) sono patrimonio di tutti.

Giù le mani Renzi.

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