Cronaca locale

Carteggio con Andreotti nell'archivio di Martini

Tra gli auguri alla nipotina Giulia e i biglietti di Natale, Hong Kong e le sorti della Gregoriana

Sabrina Cottone

Carlo Maria Martini e Giulio Andreotti. Può sembrare un accostamento non immediato e un po' lo è, anche se il padre gesuita che è stato vescovo di Milano dal 1980 al 2002 ha avuto relazioni con persone molto diverse tra loro, che l'archivio on line della Fondazione Carlo Maria Martini sta approfondendo pian piano, anche con il nuovo materiale appena aggiunto sul sito.

Nel donativo dell'archivio Andreotti, con cui la figlia Serena ha concesso alla Fondazione diciotto documenti che corrono dal 1979 al 2006, si ripercorre qualche tappa di un rapporto istituzionale in parte noto, ma anche tracce di una fine relazione personale. C'è un bigliettino di felicitazioni datato 27 luglio 1979 per la nascita della nipotina Giulia, scritto a mano dall'allora rettore della Gregoriana a colui che ancora per qualche giorno sarebbe rimasto presidente del consiglio. «È probabile che si tratti di rapporti nati su un terreno istituzionale e che su questa base siano cresciute relazioni più amichevoli. C'è anche da tenere conto che in quegli anni Martini viveva a Roma e Andreotti era una persona di una certa influenza nel mondo cattolico romano» osserva il professor Guido Formigoni, storico dello Iulm e coordinatore del comitato scientifico dell'opera omnia del cardinale.

Ci sono biglietti di Natale di Martini ad Andreotti, tutti autografi e sempre con una frase vergata a mano, dal 1991 al 2000. E un biglietto pasquale del 1980 in cui monsignor Carlo Maria benedice Andreotti ma soprattutto aggiunge un post scriptum che avrà fatto piacere al politico democristiano: «Grazie per il discorso La Dc nel 1980!». Osserva il professor Formigoni: «È semplice, da studioso, dire che Martini non aveva dimestichezza con la politica democristiana. Era distante dal ruolo della Dc come partito, come si capisce dal terzo volume dell'opera omnia Giustizia, etica e politica nella città. Anzi, c'è un apprendistato delle forme partitiche che Martini fa da arcivescovo. Non era né ostile né particolarmente contrario alla Dc, era lontano. Ma dava sempre importanza alle persone».

Tra i documenti telegrammi con rapporti riservati su un viaggio di Martini a Honk Kong nel 1986 e su suoi contatti con la Chiesa cinese. E un carteggio sull'ampliamento della sede dell'Università Gregoriana. L'allora rettore nel maggio 1979 si appella al Trattato lateranense e scrive al presidente Andreotti, che a sua volta si attiva per risolvere la questione e risponde al padre gesuita. «Se ha accettato di fare il rettore, era certamente disponibile anche ad occuparsi di questioni pratiche ed istituzionali» osserva Formigoni.

Andreotti interpellava Martini anche sulla vita della Chiesa. Che ne pensa del «possibile ripristino del diaconato femminile?» si legge in un biglietto del giugno 1994.

Domanda che sembra scritta oggi.

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