Cronaca locale

La Casa della memoria (e i buchi del sindaco)

La Casa della memoria (e i buchi del sindaco)

Prima del taglio del nastro, arriva la polemica. Sono circa le dieci del mattino quando l'architetto Stefano Boeri, ex assessore alla Cultura della giunta Pisapia, scrive su facebook: «Leggo che oggi alle 11 inaugura a Milano, nell'area di Porta Nuova all'Isola, la Casa della Memoria. Uno spazio destinato a raccogliere le associazioni milanesi che conservano la memoria della conquista della libertà e della democrazia in Italia». Vi ha preso «casa», appunto, l'Associazione nazionale ex deportati (Aned), Anpi, l'Associazione italiana vittime del terrorismo, l'Associazione piazza Fontana 12 Dicembre 1969 e l'Istituto nazionale di studi sul movimento di Liberazione d'Italia. Un progetto «che arricchisce Milano - puntualizza Boeri - e che è stato portato a termine con grande merito dalla giunta Pisapia e in particolare dal vicesindaco Ada De Cesaris». A termine, appunto. Perchè «è bene tuttavia precisare - sottolinea al sindaco che ha già accusato di rubare idee e meriti altrui - che il progetto della Casa della Memoria fu promosso e presentato al presidente Napolitano il 7 dicembre del 2009 dall'allora Sindaco Letizia Moratti, dall'assessore Giovanni Verga e dal sottoscritto» in qualità di architetto. Un progetto «elaborato dal Comune con le associazioni e condiviso con il Consiglio di Zona e Hines Italia, che stava sviluppando la parte del progetto di Porta Nuova nel quartiere Isola». É dunque «un raro esempio di continuità amministrativa, che andrebbe valorizzato e non rimosso. Bene, soprattutto in questo caso, evitare buchi di memoria». A Letizia Moratti (almeno da Boeri) quel che è della Moratti.

Pisapia, De Cesaris, gli assessori Carmela Rozza e Pierfrancesco Majorino alla vigilia del 25 aprile, hanno dunque tagliato il nastro della nuova struttura realizzata tra 2013 e oggi in via Confalonieri per raccontare la memoria cittadina sulla Resistenza e gli Anni di Piombo. Ha la forma di un prisma a base rettangolare alto 17,5 metri diviso in tre parti connesse da un piano terra interamente libero: due sottili fasce alle estremità brevi, comprendenti l'archivio, i servizi e le risalite, si affiancano ad una ampia parte centrale che accoglie gli spazi espositivi al piano terra e gli uffici ai piani superiori. Le facciate sono realizzate con mattoni policromi (un omaggio alla tradizione costruttiva lombarda proprio ai margini del nuovo quartiere di Porta Nuova) che riproducono immagini rappresentative della storia recente di Milano. «È un gioiello prezioso», un «laboratorio permanente» che «rende concreto l'impegno della città a non dimenticare» e che rappresenta anche «il coronamento di un impegno di anni. Milano non dimenticherà mai il passato» le parole del sindaco. L'edificio accoglie anche le sedi delle associazioni attive sul tema.

Su indicazione del Ministero dei Beni culturali, la Casa è stata riconosciuta anche come sede idonea per ospitare il futuro Museo nazionale multimediale della Resistenza.

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