Cronaca locale

Case, botte e profitti. ll racket antagonista

Allontanati da Milano cinque "compagni" che gestivano un giro di appartamenti Aler

Case, botte e profitti. ll racket antagonista

C'è anche l'aggressione a una donna incinta tra le accuse rivolte a cinque antagonisti appartenenti al Comitato autonomo abitanti Barona (Caab), che ieri sono stati raggiunti dal provvedimento del divieti di dimora a Milano. L'indagine della Digos, partita nel maggio del 2018, ha fatto emergere un sistema in cui il Comitato offriva case popolari a persone che non ne avevano diritto e in cambio chiedeva denaro, cifre tra i 700 e i 1.500 euro, e partecipazione attiva alla resistenza agli sgomberi fatti dalle forze dell'ordine.

Il Caab si propone come associazione politica che aiuta i soggetti deboli che hanno bisogno di una casa, ma per gli inquirenti le finalità sono altre. Secondo la Procura è «pacifica» la «finalità di profitto» dei cinque indagati. Si tratta di quattro italiani e un romeno, tutti tra i 21 e i 38 anni e tutti con precedenti di polizia per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Risultano ulteriori due indagati. L'inchiesta ha riguardato un tentativo di estorsione, un'estorsione e un'aggressione nei confronti di tre persone che avevano deciso di dissociarsi dal Comitato. Tra loro due coniugi marocchini di 32 e 43 anni (la moglie appunto era incinta), minacciati e picchiati con un bastone. Lasciare il Caab comportava tra l'altro il dover lasciare l'alloggio occupato.

Il capo del pool anti terrorismo Alberto Nobili e il pm Leonardo Lesti avevano chiesto la misura cautelare in carcere. Il gip Roberto Crepaldi ha applicato il divieto di dimora e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. «Sotto il manto della azione sociale in ottica redistributiva - si legge nella richiesta dei pm -, sfruttando i ritardi e le mancanze degli organi pubblici nella gestione del notevole patrimonio in mano pubblica, gli indagati si sono appropriati degli immobili indicati nelle imputazioni, considerandoli come di loro proprietà, sostanzialmente sostituendosi all'Aler e gestendoli come beni personali». Gli antagonisti avrebbero inoltre tratto «un vantaggio che ha sicura connotazione patrimoniale come, nei casi di specie, è quello rappresentato dal tornare in possesso degli alloggi». Ancora: «Non va sottaciuto che gli indagati conseguono un profitto strettamente personale dall'essere essi stessi e i loro familiari beneficiari delle occupazioni abusive» e si tratta di un «profitto ingiusto» perché ottenuto «in contrasto con le norme che regolano l'assegnazione degli alloggi popolari ai non abbienti».

Sul proprio profilo Facebook il Caab parla di «attacco giuridico-politico sulla base di un fatto avvenuto, a distanza di un anno, alla Baronata, dove per violenza di genere è stata allontanata una persona dalla comunità resistente e quindi dalle assemblee, oltre che invitata a non partecipare più alle iniziative dello spazio». Continua il post: «Perquisizione, sequestro e consegna delle notifiche sono avvenuti con modalità che ricordano operazioni contro le peggiori organizzazioni criminali».

Il Comitato promette: «La repressione non può intimidirci, a ogni attacco corrisponderà un rafforzamento».

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