Cronaca locale

Case vecchie a rischio crollo Caos certificato di stabilità

La giunta annuncia la proroga del termine al 2020 ma Assoedilizia impugna la norma: «Non è legittima»

Case vecchie a rischio crollo Caos certificato di stabilità

Proprietari degli immobili sul piede di guerra, ma non solo. Si guarda con preoccupazione anche alle prossime mosse di Palazzo Marino: nel mirino l'obbligo di Certificazione dell'Idoneità Statica degli edifici, il cosiddetto CIS per gli addetti ai lavori, la cui scadenza fissata al 26 novembre sarà posticipata di un anno. Questo almeno quanto annunciato dalla giunta che ha accolto nel Piano di governo del territorio, ora in discussione in consiglio, una osservazione che sposta il termine di un anno. Il provvedimento sarà discusso e votato il 15 ottobre in aula. Nel frattempo Palazzo Marino dovrà rivedere il regolamento edilizio, che contiene anche la norma in questione al comma 6 dell'articolo 11, per adeguarlo al Regolamento Edilizio Tipo regionale.

Assoedilizia che ha già impugnato il provvedimento, contestandone la legittimità, guarda con curiosità alle mosse del Comune: da capire se si tratta solo di un tempo aggiuntivo per permettere ai proprietari degli stabili di adeguarsi, o se sarà anche l'occasione, per l'amministrazione, di mettere mano a un istituto che sembra fare acqua da tutte le parti. Nella sostanza: dal momento che un regolamento comunale non può incidere sul diritto di proprietà immobiliare nè prevedere una norma che non è prevista dal regolamento tipo di Regione Lombardia.

Ma di cosa si tratta? Entro il 26 novembre 2026 tutti i fabbricati privati oltre i 50 anni dovranno essere sottoposti ad una verifica dell'idoneità statica di ogni loro parte da un tecnico abilitato. Questo quanto stabilito dal regolamento edilizio, approvato nel 2014, ma che quanto prima dovrà essere aggiornato. Un obbligo che riguarda la bellezza di 26mila stabili privati con oltre 50 anni di età, su 53mila edifici privati complessivamente, cui si sommano un migliaio di edifici pubblici. La pena? «Nel caso di mancato rilascio di tale certificazione nei limiti temporali previsti viene meno l'agibilità dell'edificio o delle parti di questo non certificate». Non solo, «in caso di compravendita i notai dovranno allegare la certificazione all'atto di vendita». ma un regolamento comunale non può «dettare legge» ai notai.

Alla base c'è una questione sostanziale: l'apparato normativo non trova sostegno nella legge. Tradotto: la delicata questione della responsabilità, ovvero il rischio è che questi certificati non tutelino il proprietario. Proprio per questo motivo Assoedilizia ha fatto ricorso contro il provvedimento del regolamento edilizio, la certificazione non risponde ai principi di legge.

Dal punto di vista pratico si presentano altri due tipi di conseguenze: l'enorme costo di queste certificazioni, che oscilla dai 7mila ai 15mila euro per condominio, salva l'esecuzione di lavori richiesti dal tecnico che esegue la perizia e la difficoltà nel recuperare tutto il materiale documentale relativo alla costruzione di edificio oltre 50 anni fa.

Per non parlare del danno, per esempio per i proprietari di appartamenti nei condomini, che possono avere difficoltà nel caso in cui il condominio intero non abbia ottemperato all'obbligo di legge.

Commenti