Cronaca locale

«Caserme ai rom? Fortini di illegalità» Radio Padania invita la Kyenge a un dibattitoIl duello tra Lega e ministro

«Caserme ai rom? Fortini di illegalità» Radio Padania invita la Kyenge a un dibattitoIl duello tra Lega e  ministro

«No alla trasformazione del Cie in centro di accoglienza». Fa montare su tutte le furie l'annuncio dell'assessore alla Sicurezza Marco Granelli di «aver chiesto al prefetto Tronca di fare pressing sul governo perché trasformi il Cie in un centro di accoglienza». «Non se ne parla - tuona Fabrizio de Pasquale, consigliere comunale di Fi - la legge Bossi Fini è ancora in vigore e l'unico modo per cui può esercitare un minimo di dissuasione sulle migliaia di persone che ogni giorno cercano di venire a Milano è sapere che esiste un centro di espulsione. Milano non ha bisogno di un Comune che invita il Governo a disapplicare le leggi sull'immigrazione ma di un'amministrazione che svolga sia politiche di accoglienza che politiche di legalità e sicurezza per i suoi cittadini». A gennaio il centro di via Corelli è stato chiuso per lavori di ristrutturazione dopo una serie di incendi dolosi e dovrebbe riaprire a febbraio. A luglio si aprirà il semestre italiano di presidenza Ue, per non parlare di Expo e «non possiamo presentare ai visitatori una città con tutti i campi abusivi» ha spiegato Granelli durante la visita del ministro Kyenge. Il Comune sta lavorando per «avere» le caserme di viale Suzzani e Forze Armate e trasformarle in centri di accoglienza.
I consiglieri di Forza Italia sono sul piede di guerra: hanno scritto al ministro dell'Interno Alfano per chiedere che «chi ha sfasciato il centro venga sottoposto a processo, come prevede la legge, e che il centro non venga chiuso» dice de Pasquale. Nel mirino anche le due caserme, che «non devono diventare dei centri di accoglienza per rom. Un conto sono campi di transito per i nomadi - continua de Pasquale - diverso però è prendere patrimonio pubblico e trasformarlo in un campo di accoglienza. Il caso di via Lombroso insegna: questi centri diventano una macchia per la città, un richiamo per disperati. Organizzeremo al più presto delle manifestazioni nei quartieri per sensibilizzare i cittadini su questa ipotesi infausta».
Quinto Romano sotto doppio scacco: a due passi dalla caserma di via Forze Armate, infatti, si trova la scuola di via Fratelli Zoia 10 dove sono ospitati oltre 1200 profughi siriani. La scuola è chiusa per manutenzione e bonifica tanto che gli alunni sono stati trasferiti temporaneamente in un'altra struttura. I profughi però sono lì. Il capogruppo di Forza Italia in Comune Alan Rizzi presenterà una mozione per «avere informazioni e darle gli abitanti del quartiere che hanno diritto a conoscere la situazione. Sembra che la scuola sia inagibile - attacca - e allora perché il Comune ospita i profughi in condizioni di non sicurezza? Che tipo di accordo c'è con la Prefettura? Fino a quando durerà la situazione? E siamo sicuri che la struttura accolga solo i siriani e non altri?». «I residenti sono arrabbiati - spiega Alessandro De Chirico, consigliere di zona 7 - Quinto Romano è un quartiere difficile, degradato, con case popolari, una periferia come le altre abbandonate. I cittadini hanno paura di queste persone che bivaccano e scorazzano per il quartiere. Mancano strutture ricreative, punti di ritrovo per anziani e giovani, gli abitanti vorrebbero che la scuola tornasse al quartiere e diventasse un luogo di socialità».

Il primo era stato il segretario Matteo Salvini. Che per stroncare le polemiche dopo che la «Padania» aveva deciso di pubblicare ogni giorno l'agenda del ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge, le aveva proposto un confronto pubblico per smentire le accuse di razzismo. Ora l'offerta al ministro arriva anche da Radio Padania, l'emittente leghista che tuttavia riferisce di aver raccolto «18mila messaggi» nella prima settimana della campagna «Giù le mani dal reato di clandestinità». E il direttore Alessandro Morelli, capogruppo del Carroccio in Comune, ora propone un dibattito in radio con il ministro Kyenge.

«Siamo pronti a consegnarle i sacchi pieni di mail e sms arrivati in difesa del reato di immigrazione clandestina - dice Morelli - Ma vogliamo evitare di dargliele domani a Milano (oggi, ndr) dove la Kyenge è attesa per un appuntamento pubblico: Radio Padania sia la sede di un dibattito tra lei e uno degli amministratori leghisti di origine straniera che ogni giorno affrontano le difficoltà della nostra gente».

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