Cronaca locale

Castello, tele rubate già venerdì Forse è «opera» di un turista

Castello, tele rubate già venerdì Forse è «opera» di un turista

Immagini delle telecamere e impronte digitali, sono questi gli strumenti impiegati dagli investigatori per trovare il ladro che ha trafugato tre tavolette del Quattrocento dalla sala XVII Castello Sforzesco. Non sabato mattina, come sembrava, ma almeno venerdì sera, quando già un custode aveva notato la loro assenza, pensando tuttavia fossero in prestito. Per questo ora verranno esaminati tutti i filmati a partire già da mercoledì. Mentre anche il Comune annuncia un'inchiesta interna.

Un primo dubbio sul momento esatto del furto, era venuto agli investigatori già guardando le riprese effettuate sabato tra le 9, quando le opere avrebbero dovuto essere al loro posto, e le 15, quando si è notata la sparizione. Gli agenti del commissariato Centro, che stanno lavorando con i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico, avevano visionato le sei ore di filmato senza notare nulla di strano. Difatti ieri è uscito fuori un altro guardiano che si era accorto della mancanza delle tre tavolette quattrocentesche già venerdì ma, pensando fossero in prestito, non aveva fatto parola con alcuno. Si ripartirà a visionare le riprese dunque, ma questa da mercoledì, a scanso di equivoci.

Le opere rubate comunque si trovano in un angolo cieco rispetto alle telecamere ma c'è sempre la speranza di notare qualcuno muoversi con circospezione, magari con «qualcosa» sotto braccio. Oppure tornare più volte in giorni diversi per effettuare il sopralluogo alla sala XVII, perché il colpo è stato minimamente studiato come si evince dall'uso delle pinze, portate dal ladro, per tagliare i supporti che reggevano le tavolette. Sempre che il nostro uomo non abbia addirittura usato l'ascensore interno, a uso del personale ma facilmente accessibile anche al pubblico e completamente fuori fuori dalla portata delle telecamere. Non si esclude infine il dipendente infedele e per questo gli investigatori si sono fatti consegnare l'elenco di tutti gli addetti per verificare la presenza di qualche pregiudicato.

La scena del crimine verrà poi analizzata dalla scientifica a caccia di impronte digitali, nella speranza le «ditate» del ladro siano nell'archivio centrale della polizia. Anche se rimane il dubbio sia un «professionista», visto lo scarso valore commerciale delle opere. A piazzarle da un rigattiere e o un antiquario, non se ne ricava più di qualche migliaio di euro.

Piuttosto un turista in vena di bravate, dopo aver notato come fosse facile mettere le mani su quei piccoli tesori.

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