Cronaca locale

A Castelseprio a caccia dei longobardi

Risalendo l'Olona tra basiliche, affreschi e un refettorio per pranzare

A Castelseprio a caccia dei longobardi

L'Olona è il fiume di Milano. Anche se nessuno quasi se lo ricorda, intubato com'è sotto la circonvallazione. Ma basta risalire la sua valle, che porta verso Varese, per riscoprire la sua storia intrecciata con le vicende della Lombardia. Risalire l'Olona può essere anche un'idea per chi vuole passare il Ferragosto fuori porta a caccia di sorprese turistiche e culturali senza dover affrontare viaggi da esodi e controesodi. Un suggerimento che ci porta tra Castiglione e la zona del Seprio che nel primo millennio ha avuto un ruolo politico non indifferente. Passare il Ferragosto tra Castelseprio e il monastero di Torba può essere un tuffo nel passato, oltre che nel verde, che porta a riscoprire i resti della civiltà longobarda. La gita parte da Castiglione Olona, un gioiello tardomedievale lombardo, con la sua collegiata che spesso fa da «location» ai matrimoni dei milanesi. Gli affreschi di Masolino da Panicale e i testi sacri con i canti ambrosiani varrebbero da soli il viaggio. E se Castiglione affascina per il borgo splendidamente conservato, la valle dell'Olona riserva altre sorprese. Basta ridiscendere il fiume, ma in realtà bisogna risalire il pendio della valle, per imbattersi nel minuscolo ma impagabile monastero di Torba.

Un tuffo indietro di milletrecento anni per vivere l'emozione di un sito archeologico strappato all'abbandono dall'intervento del Fai una quarantina d'anni fa. Abbandonato dalle monache in epoca napoleonica, il monastero era diventato dimora contadina nell'Ottocento finché è stato definitivamente abbandonato. Ma adesso questi edifici risalenti addirittura all'epoca longobarda (una piccola chiesa, il corpo del monastero e una torre in cui si possono ammirare antichissimi affreschi che ritraggono le stesse monache) sono stati restituiti al pubblico e sono stati proclamati patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Non solo, ma risalendo brevemente la collina si può vedere da vicino una parte delle mura longobarde che collegavano Torba a Castelseprio.

E per rendere ancora più piacevole l'escursione a Torba c'è anche l'opportunità di pranzare in un delizioso ristorante ricavato proprio nelle stanze dell'antico refettorio.

Chiusa la pausa e lasciato il refettorio ci si sposta di qualche chilometro per salire a Castelseprio che oggi è un tranquillo paese del Varesotto ma più di mille anni fa era uno dei punti cardine delle strutture difensive longobarde, tanto da diventare capoluogo di un contado che dominava dal Ticino alla Val d'Intelvi e che in età tardo medievale era diventato una forza politica tale da disturbare anche le nascenti signorie. Così in questa poco conosciuta area archeologica è possibile visitare le rovine degli edifici sacri, tra cui i resti della basilica di San Giovanni edificata proprio dai longobardi. Ma soprattutto lo splendido gioiello della chiesa di Santa Maria foris portas risalente addirittura al IX secolo. E se per finire avete ancora un po' di tempo, chiudete il giro visitando il monastero di Cairate, fondato dalla nobile pavese Manigunda e che secondo la leggenda avrebbe ospitato il Barbarossa la notte prima della battaglia di Legnano. Ma al di là della storia, una visita attenta vi farà scoprire anche macabre curiosità.

Insomma, un Ferragosto per tutti i gusti.

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