Cronaca locale

Cecilia, la regista milanese che rivoluziona il set

Albertini frequenta l'ateneo Ucl di Los Angeles, dove con Coppola costruisce il Live Cinema

Cecilia, la regista milanese che rivoluziona il set

Dall'altra parte dell'oceano una giovane regista milanese sta studiando, filmando e raccontando le nuove frontiere del cinema. Il set è l'Ucl, la celebre università di Los Angeles dove Cecilia Albertini frequenta uno dei master di regìa cinematografica più prestigiosi al mondo e dove ha la fortuna di prendere parte a progetti diretti da premi Oscar come Francis Ford Coppola, indimenticabile in capolavori come Apocalypse Now e Il Padrino. Al fianco di Coppola, che si laureò in cinematografia proprio nelle aule dell'università californiana, Cecilia sta contribuendo a costruire quella che potrebbe rivelarsi una vera rivoluzione per la settima arte: ovvero il «Live Cinema», esperimento a metà tra un set e un palcoscenico teatrale che consiste nel girare un film, montarlo e mostrarlo al pubblico in tempo reale, una caratteristica tipica degli sport live televisivi.

Il cineasta italoamericano ha voluto scegliere proprio gli studenti della sua Ucl per mettere in pratica quello che è un suo pallino da molto tempo, realizzando un film dal sapore vagamente autobiografico intitolato «Distant Vision», ovvero la storia di una famiglia di immigrati italiani in America negli anni Venti.

Nel team c'è anche Cecilia che sull'intero progetto ha girato un documentario interamente visibile in streaming. Usando la tecnica del «Live Cinema». Il film «Distant Vision» è stato girato nel teatro dell'Università, ripreso contemporaneamente da quaranta telecamere, montato in tempo reale e proiettato in diversi cinema del mondo. Dal documentario girato dalla Albertini emerge un Coppola che alle soglie degli 80 anni sprizza l'entusiasmo e la curiosità di un giovane studente. «La cosa che più mi ha colpito e che emerge dal mio video - racconta - è la sua immutata passione per le possibilità della macchina da presa e il grande desiderio di migliorarsi, nonostante i successi ottenuti e la lunghissima esperienza. Coppola adora lavorare con gli studenti perché, dice, li considera più aperti e disponibili a lavorare nel campo della sperimentazione».

Il documentario, della durata di 16 minuti, mostra sequenza dopo sequenza il progetto che ha coinvolto oltre cento ragazzi della sua Università. «Viene fuori molto bene il senso rivoluzionario del Live Cinema, il cui scopo è quello di usare il linguaggio cinematografico, telecamere e montaggio, ma di mantenere la spontaneità di una performance live, come succede a teatro». Mettendo anche a dura prova, proprio come avviene sul palcoscenico, l'abilità degli attori che avranno poche probabilità di ripetere una scena.

Gli studenti coinvolti da Coppola - racconta la Albertini - hanno lavorato come su un vero set indossando i panni di attori, cameramen, scenografi, costumisti, tecnici del suono, elettricisti e montatori, «confrontandosi con professionisti di fama come Mihai Malamaire, il direttore della fotografia delle ultime tre pellicole di Coppola oltre che del film The Master di Anderson». Saranno famosi anche loro come nel musical di Alan Parker?

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