Cronaca locale

Centro rimpatri, Lamorgese nel mirino

Majorino: "Il governo conferma, sarà un carcere". La Lega invece teme dietrofront

Centro rimpatri, Lamorgese nel mirino

Sul centro rimpatri di via Corelli la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese è riuscita a finire nel mirino del Pd e della Lega. Una lettura opposta dello stesso documento, sintomo che sulla questione dell'ex Cie la chiarezza è inversamente proporzionale all'imbarazzo. Due giorni fa il viceministro Matteo Mauri ha risposto a un'interrogazione del deputato leghista Igor Iezzi sui tempi per la riapertura del Centro di permanenza e rimpatri (Cie) a Milano. Settimane fa il sindaco Beppe Sala e l'ex assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino avevano chiesto un ripensamento, per l'eurodeputato dem andrebbe riadattato nella formula del centro di accoglienza o addirittura del dormitorio per senzatetto, senza che gli immigrati siano sottoposti a un regime restrittivo. Giorni fa il prefetto ha precisato che il centro «non sarà aperto entro l'anno» i lavori sono quasi finiti ma mancano i collaudi e altri passaggi tecnici. Il Carroccio teme uno stallo o «peggio, che torni ad essere un centro di accoglienza aperto». Nella risposta scritta del Viminale si parte dalla premessa che ad oggi sono attivi 7 centri (a Brindisi, Bari, Caltanissetta, Roma, Torino, Potenza e Trapani) ove «alla data del 7 novembre risultavano presenti 600 migranti». Nei prossimi mesi «si prevede di attivare Centri per una disponibilità di oltre 300 posti e di realizzare altre strutture» per ulteriori 160 posti. Nella prima categoria rientra via Corelli, centro di identificazione e espulsione fino al 2014 poi temporaneamente centro di accoglienza per migranti enel 2017 «è stata valutata l'opportunità di ripristinare le funzioni dell'ex Cie. Il progetto è ancora in fase di esecuzione in ragione del fatto che sono stati aggiunti ulteriori interventi in corso d'opera (ampliamento delle recinzioni, illuminazione perimetrale, impianto di videosorveglianza e altro). Al termine dei lavori seguiranno le fasi di collaudo e allestimento e per la gestione la prefettura ha già avviato le relative procedure di gara». ùPer Majorino la data ufficiale è solo un dettaglio: «Ho appreso con grande dispiacere che il governo ha confermato che riaprirà il Cpr - contesta su Facebook -. Un grande errore, e una grande illusione. Fare un carcere temporaneo per stranieri dove chiudere alcune centinaia di persone (alcuni da espellere certamente, altri da valutare) non servirà ad aumentare i rimpatri in forma davvero significativa. E invece sarà utile a ledere diritti umani almeno di una parte di essi. Invece bisognerebbe togliere dalle strade i senzatetto stranieri e non». E confessa «un po' di imbarazzo. Ho chiesto al Viminale cosa sarebbe accaduto e vedo che ha risposto ai parlamentari leghisti. Bizzarro..». Iezzi invece è «allibito, abbiamo chiesto perché il Cie non è ancora operativo e di fissare una data precisa per la riapertura ma il viceministro non ha saputo rispondere con chiarezza quello che vuole farci.

Temiamo che l'intenzione sia di aprire un altro centro di accoglienza, un rischio in termini di sicurezza e degrado».

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