Cronaca locale

Il centrodestra: «Non scherzate col fuoco»

Davanti al caso moschee e alla pasticciata soluzione escogitata a Palazzo Marino, l'opposizione affila le armi e prepara una resistenza senza precedenti. Il centrodestra darà battaglia sia sul terreno istituzionale e amministrativo, sia sul campo politico. «Non si scherzi con il fuoco» avverte Mariastella Gelmini. Per la coordinatrice regionale di Forza Italia occorre «sospendere subito l'assegnazione» degli spazi per l'apertura di moschee. Gelmini parla di «esercizio demagogico e pericoloso della giunta che per compiacere la sinistra mette a rischio la sicurezza della città». «Siano le autorità di pubblica sicurezza, con le comunità del dialogo - conclude - a individuare un luogo da utilizzare temporaneamente per la preghiera islamica». È chiaro che il centrodestra ritiene di avere un argomento fortissimo in mano, a dieci mesi dalle elezioni. Si frega le mani per l'inaspettato assist Riccardo De Corato, pronto a un ostruzionismo dichiaratamente «senza precedenti». E incalza Comune e associazioni islamiche: «Il coordinatore del Caim Davide Piccardo - dice l'ex vicesindaco - ci informa che il 40% dei finanziatori è italiano e il restante 60% è straniero, un po' da quel Paese e un po' da quell'altro: non è con questo pressapochismo che si assicura la sicurezza. Da chi vengono fondi così ingenti? Chiarisca sulla tracciabilità. Anche la Curia ha chiesto verifiche su investitori e provenienze». «Va inoltre valutato - aggiunge - se il Caim poteva partecipare. Se nel bando dei luoghi di culto è prevista l'esclusione per chi ha contenziosi col Comune, il Caim non doveva essere estromesso? Nel 2013 una comunità islamica mise in piedi un centro di preghiera abusivo in via Maderna. I lavori erano già iniziati senza alcun permesso e senza cambio di destinazione dell'area. Questa comunità non era legata al Caim? Il Comune ha fatto le verifiche su questo? Perché, nel caso fosse confermato, il Caim dovrebbe essere escluso». Una domanda anche per l'assessore Pierfrancesco Majorino: «Come mai - chiede l'attuale vicepresidente del Consiglio comunale - adesso il bando deve passare in Consiglio? Quando dicevamo noi che era un passaggio obbligato perché ci voleva una variante al piano urbanistico diceva di no, mentre adesso ha cambiato idea. Il fatto è che l'assessore è disperatamente invischiato nel pantano e sa che l'Aula sarà la tomba del piano moschee». Durissimo anche un consigliere centrista come Matteo Forte: «È del tutto evidente - rileva - che se c'è qualcuno che alimenta tensioni e scontri sia all'interno delle comunità di musulmani milanesi, sia all'esterno nei confronti del mondo musulmano, è proprio Majorino che sta decidendo di giocare la sua campagna elettorale per le primarie del Pd sulla pelle delle minoranze integrate e su quella dei cittadini residenti intorno alle aree interessate al bando. La sua mossa disperata di passare la patata bollente a Prefettura e Consiglio comunale è solo un'operazione di sciacallaggio politico». E dubbi arrivano anche dalla maggioranza.

«Se non si risolve il problema dell'Istituto Islamico di viale Jenner - osserva il socialista Roberto Biscardini - rischiamo di ritrovarci esattamente i problemi di dieci anni fa, quando i musulmani di quella comunità pregavano sui marciapiedi».

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