Cronaca locale

C'era una volta... Sergio Leone

Da domani Spazio Oberdan ritrova «spaghetti western» d'autore

Stefano Giani

C'era una volta Sergio Leone. Gli anni Sessanta. Un West che non era molto Far e spesso e volentieri era ricostruito in studio. C'era una volta perfino Clint Eastwood che, fortunatamente, c'è ancora ed è tra i pochi sopravvissuti di quegli «spaghetti western» talmente perfetti da non sembrare affatto ambientati fra sceriffi all'amatriciana e banditi de noantri. «C'era una volta» è l'incipit delle favole e quella di Sergio Leone si è conclusa trent'anni fa, in quel 30 aprile in cui un attacco di cuore lo stroncò a soli sessant'anni. Una scomparsa che la Cineteca vuol ricordare con un ciclo di cinque dei più famosi film del regista romano che ha influenzato generazioni di colleghi più giovani da Scorsese a De Palma e Tarantino.

Si comincia dalla fine, domani sera alle 19.15 allo Spazio Oberdan con C'era una volta in America, il suo ultimo film in edizione restaurata e sterminata. Quattro ore e un quarto di proiezione. Il Lower East Side di New York anni Venti e l'apprendistato criminale di un gruppo di teppistelli e ragazzi di strada, una sorta di evoluzione degli uomini di frontiera che un paio di decenni prima avevano abitato gli spazi infiniti di El Paso Per qualche dollaro in più (lunedì alle 21). Clint Eastwood, di soli due anni minore di Leone, lasciava penzolare il sigaro e trascinava gli stivali sulla terra arsa di un deserto da cui il «monco» se ne andrà con una carriolata di denaro. E dedicò Gli spietati proprio «a Sergio», il maestro che lo rese immortale con Il buono, il brutto, il cattivo (domenica alle 17 anch'esso in edizione restaurata) in cui tre uomini sullo sfondo della guerra di Secessione americana si contendevano un carico d'oro.

All'epoca il mondo finiva lì. Nelle ricchezze rincorse e inseguite. Nei cuori da vendicare come in un altro «C'era una volta». Nel West (venerdì 3 alle 18). Era il '68 e una appariscente e stupenda Claudia Cardinale, doppiata dalla mamma di Claudio Amendola, era un'ex prostituta che aveva sposato un proprietario terriero, poi ucciso da un sicario. Ottenne la rivincita grazie a Charles Bronson, detto «Armonica», uno che parlava poco ma molto faceva cantare le colt. Un tipo che non si faceva scrupoli e accettava l'aiuto di Cheyenne, bandito d'altri tempi che conosceva i codici d'onore.

Inganno e Far West in primo piano anche in Giù la testa (mercoledì 1 alle 18.30) in cui un fuorilegge messicano e il suo socio in rapine si ritrovano a combattere con i rivoluzionari di Villa e Zapata. Incursione poco politica e molto ironica, il bandito unisce l'utile al dilettevole e nelle conquiste con il guerrigliero ucciderà l'uomo che gli aveva sterminato la famiglia perché in fondo, in quel lontano West, si può. Anzi si deve. Le colpe non vanno punite ma lavate nel sangue.

Per informazioni rivolgersi a Clint Eastwood.

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