Cronaca locale

La Chiesa di Milano ha annullato 113 matrimoni

La nullità del matrimonio? È tutt'altro che un caso raro, a giudicare dalle sentenze pronunciate dal Tribunale ecclesiastico della Lombardia. Non riguarda solo ricchi e famosi, ma molte persone comuni. Delle 162 cause terminate in prima istanza nel 2013, ben 113 si sono concluse in modo affermativo, ovvero dichiarando la nullità del matrimonio. Le motivazioni principali sono l'esclusione della prole (ovvero il non voler avere figli), l'esclusione dell'indissolubilità del vincolo (cioè il non credere al momento del matrimonio che il legame sia per sempre) e l'incapacità psichica. Hanno discusso del tema i vescovi lombardi riuniti a Caravaggio sotto la presidenza del cardinale Angelo Scola. Anche in seconda istanza, su 201 cause esaminate, 154 decreti hanno confermato la sentenza di primo grado.
Fin qui i numeri. Come si sa, i tribunali ecclesiastici e la Sacra Rota non “annullano” i matrimoni, la nullità non è simile a un divorzio civile che prende atto della fine di un matrimonio. Non basta cioè il fallimento del rapporto per sancire la nullità del matrimonio. Il matrimonio cristiano è indissolubile e non può essere annullato, se celebrato con libero consenso dei coniugi e con le condizioni indispensabili a renderlo un sacramento. I giudici ecclesiastici si limitano a verificare che quelle condizioni esistessero davvero al momento delle nozze.

Le principali sono la convinzione che il matrimonio sia per sempre, l'impegno di fedeltà esclusiva al coniuge e la disponibilità ad avere figli.

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