Cronaca locale

Chinatown, 36 arresti per traffico di shaboo

Sequestrati 3,5 kg di droga destinati a servire tutto il Nord Italia. Traffico gestito da cinesi

Smantellato il canale di approvvigionamento del Nord Italia. Questo il risultato della vasta operazione antidroga, condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, che ieri all'alba ha portato a 36 arresti e al sequestro di 3,5 kg di shaboo. Lo shaboo, conosciuto anche come «droga etnica» perché diffuso soprattutto nella comunità filippina e cinese, è una potentissima metanfetamina prodotta in laboratori illegali, usando come base comuni farmaci, uniti per estrarre il principio attivo (pseudoefedrina), poi «cucinato» con acido per batterie, sostanze usate per sturare lavandini, e combustibili per lampade antigelo.

«Si tratta di una droga potentissima con effetti devastanti sulla salute - spiega il comandante provinciale dei Carabinieri Canio Giuseppe La Gala che ha coordinato l'operazione - perché distrugge le cellule celebrali. Provoca la caduta dei capelli e dei denti, la trasformazione del viso fino a distruggere completamente il cervello e a provocare la morte».

I militari hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Milano nei confronti di 36 stranieri, tra cui 19 cinesi, 13 filippini, 3 rumeni e 1 vietnamita, ritenuti responsabili dell'importazione sul territorio nazionale, nonché della detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti di tipo sintetico.

Sale quindi a 68 il numero delle persone complessivamente arrestate nell'ambito dell'attività di contrasto alle bande giovanili cinesi attive in città, partita nella primavera del 2014, mentre infuriava la guerra per il controllo delle attività criminali nel quartiere Sarpi.

Ieri mattina i carabinieri hanno sequestrato 3,5 chili di shaboo appunto per un valore di vendita al dettaglio pari a circa 2 milioni di euro.

Il blitz si è svolto tra le Province di Milano, Monza e Brianza, Cagliari, Cremona, Como, Parma, Pavia, Prato, Rovigo, Treviso e, contestualmente in Austria, Polonia, Romania e Spagna grazie alla collaborazione della polizia di questi paesi, e al coordinamento della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga.

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