Cronaca locale

Cinquant'anni fa un'altra sfilata: per il baseball re d'Europa

di Oscar Eleni

Di corsa in Marienpaltz a Monaco di Baviera inseguendo i giovani dell'Europhon che alzavano la coppa dei campioni del baseball al cielo. Cinquant'anni fa. Gigi Cameroni voleva che fossero i ragazzi a godersela quella vittoria del 1969 contro gli spagnoli del Corte Ingles, nel gruppo avevo amici carissimi e bravi giocatori come Turci, Favaro che soffriva anche nell'hockey su ghiaccio con i fratelli Lusena. Lui, il grande mago del diamante, se ne stava seduto a guardare i suoi campioni. Sentiva le voce. Le stesse che sul campo avevano creato l'atmosfera magica della sfida in una stagione d'oro per la Milano dello sport grazie a Milan e Inter. Novali, il prima base, era quello che aveva lanciato il grido di battaglia nel terzo decisivo inning, 4 punti, partita in tasca: «Ivan, rivolto a Cavazzano, ricevitore del mito, l'uomo dei sogni, voce, non ti sento, dai spingi tu il primo punto».

Il canto dell'Europhon era quello, lo sentiva Silva sul monte di lancio, lo capivano tutti gli italiani in campo perché Gigi voleva che fosse una vittoria tutta nostra, inchinandosi alla scuola di Max Ott. Professionalmente fu il mio primo vero viaggio nei sogni, anche se avevo esagerato e, pensando di non sbagliare, sapendo che in Gazzetta il capo redattore Imbastaro sarebbe stato severissimo, trasmettevo a braccio ripresa dopo ripresa. Un lenzuolo. Me lo fecero notare al ritorno, una esperienza che poi rivissi in questo Giornale quando, sempre in coppa dei Campioni, ma era basket, da Tel Aviv, mandai di tutto e di più e Tony Damascelli, con quel lenzuolo, si presentò ad un altro mitico caporedattore, il dottor Sofisti, che e se ne andò urlando: neanche per la guerra dei sei giorni....

La coppa nelle mani di Monelli promettente lanciatore, i sigari della vittoria per Vinassa De Regny, il primo in battuta, rapido come il vento, seguito da Rossi, Novali, Cavazzano, Silva, l'eterno Balzani, Ambrosioni che poi è stato un eccellente allenatore della Nazionale, per chiudere con Bianconi e Carestiato, tuttib campioni che verranno premiati oggi al Kennedy prima di Milano-Piacenza. Era felicità, era vita, inseguendo la coppa, giovani sirene, ascoltando Gigi Cameroni che dava energia come quando, in coppia con Glorioso, al Giuriati, faceva della Milano baseball una meraviglia. Niente da rimpiangere, neppure i tagli al pezzo, tutto da ricordare.

Una famiglia, una squadra, un gruppo che nel tempo ha fatto la storia.

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