Cronaca locale

La città del jazz oltre al Blue Note ecco la mappa dei nuovi music hall

La città del jazz oltre al Blue Note ecco la mappa dei nuovi music hall

Cambia. Lentamente, ma cambia. Che cosa? La geografia dei locali milanesi la cui programmazione è interamente (o quasi) incentrata sul jazz. Ad affiancare nomi ormai collaudati - leggi il Blue Note e la Salumeria della Musica -, crescono nuove realtà accomunate dalla passione per la musica che ha reso grandi Davis e Coltrane. Come, per esempio, il Memo Restaurant di via Monte Ortigara 30 (in zona piazzale Martini, non lontano dal passante ferroviario Porta Vittoria), un ex cinema (in passato sede provvisoria del Derbino, poi divenuto magazzino di ricambi Innocenti), che il 48enne Stefano Menotti Colucci, architetto ed ex musicista, ha trasformato in un locale all'americana dove si fa l'aperitivo, si mangia (dalla pizza in su) e/o si viene per il dopo cena, ma soprattutto si ascolta musica dal vivo - jazz, blues e soul - per quasi tutta settimana. «Stimolato da questo edificio entusiasmante, ho progettato lo spazio, elegante, raffinato, ma tutto fuorché pretenzioso, come utente di musica jazz e credo che questo salti all'occhio a chiunque ci venga a trovare», racconta il «signor Memo». Tra le tante iniziative messe in cantiere da Colucci (naturalmente assieme al socio Alberto Pilotti), i mercoledì targati «Memo Youg Jazz», nei quali i giovani sotto i 25 anni assistono ai concerti pagando 7 euro (con consumazione inclusa). Oggi, dalle 22 in avanti, si esibirà il trio capitanato dal contrabbassista siciliano Claudio Ottaviano, affiancato dal sassonista (di Fresu) Tino Tracanna e il pianista Michele Franzini.
In zona Bovisa (via Ugoni 18, per l'esattezza), il Fermento Art&NPub è ormai una piccola, grande istituzione. Già, perché qui la programmazione del martedì sera è nel segno del jazz dal vivo, di alta qualità e a prezzi popolari. E, manco a dirsi, la proposta sta conquistando diversi adepti in città e non solo. Il menù prevede un doppio set della durata di 45 minuti: il primo alle 21.30 e il secondo un'ora più tardi. Dopodichè, a mezzanotte e dintorni, ecco scattare la jam session all'insegna dell'improvvisazione jazzistica spinta. Nelle prossime settimane, esibizioni di SirJo, alias Sergio Cocchi (voce e tastiere) & The Founda(c)tion (un ensemble di 10 musicisti che ha già suonato a due edizioni di Umbria Jazz nel 2010 e 2011), e del quartetto di Michele Bozza.Altro riferimento jazz cittadino è la Buca di SanVincenzo (via San Vincenzo 15), storico club, amato da Buscagliene e dalla Milano da bere, che sta tornando in auge proprio grazie al jazz. In questo caso, la serata da non perdere è quella del giovedì: a febbraio si succederano il quartetto di Roberto Cecchetto (domani); il Trio di Giampiero Spina (il 21) e il duo formato da Achille Succi e Sandro Giachero (il 28). I lunedì sono invece dedicati alle jam session. Ad arricchire la scena, infine, ecco il Quasi Capolinea, il club ideato da Musica Oggi, l'Associazione culturale creata da Enrico Intra, Franco Cerri e da musicologo Maurizio Franco, e dall'Academy Musicabaret, che aprirà i battenti in via Mecenate 76 mercoledì prossimo.


Per l'inaugurazione grande concerto della Civica Jazz Banda, che assume un valore simbolico poiché la band riunisce famosi professionisti docenti dei Civici Corsi di Jazz (Emilio Soana, Roberto Rossi, Giulio Visibelli, Marco Vaggi, Lucio Terzano, Tony Arco), studenti ed ex-studenti degli stessi corsi.

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