Cronaca locale

Quella città da ri-scoprire a ogni fermata della metro

Rossa, verde, gialla o lilla: una guida svela luoghi insoliti (o segreti) raggiungibili dalle linee sotterranee

Quella città da ri-scoprire a ogni fermata della metro

Una rete sotterranea in perpetuo movimento innerva le viscere di Milano. Invisibile e apparentemente silenziosa, da 55 anni - era il novembre del 1964 quando venne inaugurata la prima sezione della «Rossa», da piazzale Lotto a Sesto Marelli - unisce instancabilmente i quattro angoli della città. E se ancora non è avvolta dall'aura leggendaria della londinese Underground, non è detto che la nostra Metro non abbia le sue storie da raccontare. Lo sa bene l'attenta Giacinta Cavagna di Gualdana, appassionata ricercatrice di curiosità meneghine, che dopo il successo de La storia di Milano in 100 luoghi memorabili ha appena dato alle stampe, sempre per Newton Compton, il bellissimo Guida curiosa ai luoghi insoliti di Milano. Alla scoperta dei posti meno noti del capoluogo meneghino (collana Quest'Italia, 12,90 euro). Questa volta il filo conduttore è quello che unisce le stazioni della Metropolitana Milanese, con i suoi ben noti colori. Rossa, verde, gialla e lilla (in attesa del blu): un cammino lungo le vie metropolitane per scoprire il volto meno appariscente di una città che proprio non vuole smettere di stupire. Ma soprattutto un lungo viaggio nella Milano di ieri e di oggi, che dalla M1 si snoda dal centro alle periferie: da Molino Dorino a Precotto, da Affori a Rogoredo, da Comasina a San Donato, dallo Stadio Meazza al Parco Nord, passo dopo passo, fermata dopo fermata, per ascoltare le voci spesso dimenticate delle strade, dei palazzi e dei quartieri. Qualche esempio? Il mitico «organo» di Baggio (solo dipinto), e la curiosa storia del borgo in fondo a via delle Forze Armate; la Fornace Curti a Romolo, il battesimo della nuova Esselunga di Famagosta, le luci al neon e le marionette di via Neera, o il taglio del nastro del Rosetum, in via Pisanello (Gambara), ad opera nientemeno che della divina Maria Callas. E ancora: un poco noto museo di macchine per scrivere a Zara, una toccante Via Crucis nella chiesa di San Raffaele al Duomo, il birrificio di Lambrate, pioniere delle birre artigianali diventato negli anni un luogo-cult per gli amanti delle «bionde»; e perché non concedersi una passeggiata nei dintorni di Crocetta o sulla Martesana (nei pressi di Gorla, con una sosta alla trattoria greca), una partita di tennis a Tre Torri e una galoppata all'Ippodromo di San Siro? Da un capo all'altro della Milano underground, ecco la Bicocca (oggi raggiunta dalla Lilla), tra Arcimboldi e Pirelli, il villaggio degli spazzini dove adesso corre la Verde fra Udine e Cimiano, e un'oasi di verde pubblico a Dergano (linea Gialla); uno spettacolo teatrale a Porta Romana e una pausa ripercorrendo la storia di una vecchia fabbrica di cioccolato a Porta Garibaldi; la leggendaria Cartoleria Tipografia Fratelli Bonvini, dal 1909 in via Tagliamento (corso Lodi); la nascita del Negroni sbagliato nel 1972 al Bar Basso di via Plinio (Lima); senza dimenticare il Borghetto, con la sua Vergine delle Rocce, e le tracce della poetessa Antonia Pozzi a Corvetto, dell'artista Dan Flavin ad Abbiategrasso e del pioniere del cinematografo Luca Comerio in quel di Turro. Milano continua a essere una continua fonte di incontri e, proprio come i vagoni della sua metropolitana, ci trasporta lungo un percorso avvincente, insolito.

«Questo libro non vuole essere un manuale - spiega l'autrice - ma solo divertire e incuriosire anche i più esperti conoscitori dei segreti di Milano».

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