Cronaca locale

Cittadini e la mala movida: «Sala ignora il problema»

Nessun rispetto delle norme sui limiti ai decibel «Servono controlli e nuove regole per tutelare tutti»

Marta Bravi

C'è un ragazzo che in preda al delirio alcolico si denuda completamente in piazza Sempione, intorno a lui la folla che inneggia e bestemmia. Scene di routinario delirio alle 2 di notte di un qualsiasi week end estivo. Dall'altra parte c'è il deeejay incredulo che spara bassi a tutto volume dal suo mixer: «Nemmeno a Ibiza si può suonare in centro città, solo a Milano!». Questa, come le manifestazioni in via Corsico o quella in via Lazzaretto addirittura autorizzate dall'amministrazione. Serate a base di alcol e casse che pompano, a dieci metri della case. Con buona pace appunto della salute dei milanesi.

Non solo, il fenomeno della «mala movida», come viene definito, non viene governato, controllato, sanzionato, ma addirittura l'amministrazione in alcuni casi permette che vengano organizzati eventi incompatibili con il diritto al riposo dei cittadini, in nome del «non si può spegnere la città». L'aspetto che fa più indignare i cittadini, che da una decina di anni lottano contro il divertimento selvaggio, sono state le dichiarazioni del sindaco Beppe Sala qualche giorno fa a proposito delle zone rosse antidegrado. «Il tema è come rafforzare il presidio umano» perché si riesce ad andare oltre «paura» anche «un po' di pancia» che hanno i cittadini «se si vedono uomini o donne» delle forze dell'ordine «sotto casa. Io cercherei di spostare il discorso su come presidiare insieme la città».

I Comitati e le Associazioni del Lazzaretto, ProArcoSempione, Navigli, Garibaldi, piazza Archinto, Salviamo via Vigevano, la Cittadella, Santagostino, Vasari Botta - PierLombardo denunciano, da parte loro, «la mancata tutela del diritto alla salute, la mancata applicazione delle leggi e dei regolamenti vigenti», come il divieto di somministrare alcolici ai minorenni o di vendere alcol dopo una certa ora nei bicchieri di vetro. Tra le conseguenze della movida selvaggia, la progressiva scomparsa dei negozi di vicinato e dei laboratori artigianali, l'abbandono del quartiere da parte dei residenti storici. Non solo, i comitati attaccano anche la pedonalizzazioni o le zone 30, che fanno solo il gioco dei locali, isolando e impoverendo i quartieri.

Cittadini esasperati che non sanno più a che santo votarsi perchè completamente ignorati: «Siamo stati dal prefetto, continuiamo a segnalare il degrado e l'illegalità che spesso si accompagnano a questi fenomeni senza che nessuno intervenga». Con danni per tutti: un milione di euro è quanto costa la pulizia della Darsena in un anno. Ora andranno anche in consiglio comunale.

«Possiamo solo affermare che l'inquinamento acustico non è solo quello generato dal traffico o dai cantieri, ma dall'alta frequentazione di alcuni luoghi ed è una causa certa di disturbi del sonno e della salute. La salute è un diritto fondamentale, che il sindaco non tutela» continuano.

I comuni di Brescia e Como sono stati condannati a risarcire i residenti.

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