Cronaca locale

La comicità vien ballando da Broadway alla Bicocca

Weekend agli Arcimboldi con la compagnia che fonde la danza classica alla parodia en travesti

Ferruccio Gattuso

In equilibrio sulle punte, senza pensare alla carta d'identità. Perché starci è più uno stato d'animo che una legge della natura. Anzi, per dirla chiaramente, «l'arte non deve avere genere». A pronunciare lo slogan che si fa convinzione (o viceversa) è Raffaele Morra da Fossano, paesino del cuneese, ballerino e insegnante dei prestigiosi Trocks, la compagnia di culto newyorchese al ritorno a Milano al Teatro degli Arcimboldi questo weekend con «Les Ballets Trockadero de Montecarlo». Curato dal veterano Tory Dorbin, lo spettacolo è una summa della danza pensata e osata dai Trocks, vale a dire quella ricetta che, dagli esordi off-Broadway nei primi anni '70, ha viaggiato per 49 paesi e seicento città del mondo, all'insegna del «balletto di parodia e comicità». Si ride, certo, ma facendo sul serio: composta da ballerini professionisti di ottima vaglia, la compagnia dei Trocks propone solo uomini calati in ruoli maschili e femminili, danzanti su numeri della grande tradizione classica. Tra i numeri storici presenti nello show figurano «Lago dei Cigni» e «Go for Barocco», ma il nuovo passaggio da Milano dà l'occasione di proporre un numero consolidato mai portato sotto la Madonnina, quel «Raymonda's Wedding» sulle coreografie di Marius Petipa, ideato nel 1999 e ripetutamente rivisitato e corretto. Divertissement in due scene, il balletto è una sintesi della «Raymonda» sulle musiche di Alexander Glazunov dal libretto di Lydia Pashkova, opera in tre atti e quindici scene in questo caso evocata e parodiata. «Un tempo nei Trocks giungevano danzatori a fine carriera spiega Raffaele Morra Oggi molti giovani approdano alla compagnia. Questo è positivo, ma ci impone di lavorare sulla loro mancanza di esperienza da palcoscenico». Sull'età media dei Trocks, inutile fare domande: «Non si chiede l'età a delle danzatrici», sorride Raffaele Morra che ricorda: «La mia storia con i Trocks cominciò nel 2001: un anno prima giunsero alla rassegna Torino Danza, andai alla loro conferenza stampa e mi feci avanti. La risposta fu: 'presentati domani a fare lezione di riscaldamento'. Un'amica ballerina mi prestò le sue punte, io ho dei piedi non troppo grandi e me la sono cavata. Un anno dopo ero a New York. Era il mio sogno proseguire col balletto classico ma in chiave nuova». Il pubblico più affezionato ai Trocks, a detta di Morra, sta in Giappone: «Ci sono moltissimi fan, conoscono a menadito il repertorio: i giapponesi sono una platea da pelle d'oca.

Tra coloro che ci vengono a vedere ci sono gli appassionati di danza e coloro che semplicemente vogliono divertirsi».

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