Cronaca locale

Comune senza visione e ministri Pd disinteressati: ora è il caos

di Oscar Strano*

Gli esponenti della Giunta comunale sono intervenuti sulla questione del Boschetto di Rogoredo. Pierfrancesco Majorino prima, Anna Scavuzzo e Pierfrancesco Maran poi, dettano la linea: per risolvere il problema deve intervenire il ministro degli Interni e la Regione deve fare di più sotto il profilo socio-sanitario. Benissimo, ma approfondiamo alcuni aspetti della questione. Anzitutto un po' di storia: l'esplosione dello spaccio in quell'area risale al 2014-2015. Prima esisteva, ma la piazza non era ancora la prima in Italia. Era una delle tante piazze di spaccio milanesi. La strategia repressiva, negli anni, ha portato ad un «accerchiamento» verso il bosco. Taluni, in quegli anni, hanno sottovalutato la portata del fenomeno e le preoccupazioni degli abitanti tacciati di «isterismo». La giunta Pisapia e il consiglio di Zona targato Pd non compresero la portata del fenomeno fino a che non è letteralmente esploso tra le loro mani. Che strategia ha adottato la sinistra? Nel corso degli ultimi anni il Comune è intervenuto con proposte modeste, interventi di pulizia e qualche pattugliamento della Polizia locale nel quartiere. Cose necessarie certo, ma ai meno ideologici il problema è parso ignorato. Mai un appello ad Alfano e Minniti (ministri degli Interni dal 2013 al 2018). A Minniti è stata indirizzata la richiesta, mai concretizzata, di ripristinare il presidio di Polizia Ferroviaria smantellato tra il 2013 e il 2014. Anche in quella occasione, Zona e Comune silenti. Sul fronte «sociale» si è registrata un'assenza ingiustificata del Comune. Forse sfugge a Sala e Majorino che l'unico intervento non repressivo è un progetto regionale definito di «riduzione del danno», cioè un modo per tamponare una condizione di tossicodipendenza.

Come Municipio 4 siamo stati gli unici, in questi anni, a fianco degli Smi (Servizi multidisciplinari integrati) e delle comunità terapeutiche a sostenere la necessità di creare un modello di intervento che permetta di agganciare, seguire e curare i tossici e di coinvolgere le famiglie nel percorso riabilitativo. Maran e Majorino hanno rinnovato la loro linea di «riduzione del danno», sottolineando ulteriormente la loro confusione sul fenomeno. Il Comune, in tutti questi anni, non ha promosso con queste realtà di cura neanche un momento di approfondimento. Chiedere a Don Chino, Pietro Farneti, Simone Feder o Don Mazzi per credere. È evidente che la filosofia sposata dal Comune sia fuori contesto: ridurre il danno significa mantenere così la situazione, curare significa impegnarsi per salvare persone.

Sul fronte «riappropriazione del territorio», l'intervento di Italia Nostra ha portato indubbiamente a buoni risultati. Almeno di facciata. Ora il Comune non potrà più dire «abbiamo 65 ettari di terreno abbandonati». Ora non sono abbandonati, ma lo spaccio è ancora lì e una visione su come affrontarlo non è stata sviluppata. L'interlocuzione con Fs è servita a mettere in sicurezza binari e cantieri ma ancora una volta una visione manca. Quindi sono giusti, seppur tardivi e colpevoli, i richiami al Ministro degli Interni e alla Regione. E gli interventi della Giunta Sala sanno di resa. Come a dire: noi non abbiamo idea di che fare, ora ci rimettiamo a voi.

Oggi alla Camera grazie a Federica Zanella - deputata eletta nel collegio che comprende Rogoredo - si parlerà delle strategie del ministro Matteo Salvini e del governo. Questo significa che l'interesse alla risoluzione del problema ora finalmente c'è. L'assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, dalle pagine del Corriere ha giustamente ricordato come negli anni di Albertini il Comune eliminò problemi simili in altri quartieri, come Piazza Vetra. A testimoniare che quando c'è una visione, i problemi vengono risolti. Come Municipio abbiamo promosso degli approfondimenti con Regione, Asst territoriale e realtà di cura delle tossicodipendenze: non mera riduzione del danno ma vera «rivoluzione» nel sistema della cura delle tossicodipendenze. Insistere sulla «cura» e non sulla «riduzione del danno» significa investire sulla persona. Per chi di tossicodipendenza se ne intende come don Chino Pezzoli è l'unica strada seria da percorrere. Come Municipio 4 è da tempo che stiamo lavorando su questa strada.

* presidente del Consiglio municipale 4

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