Cronaca locale

Conte show dopo le polemiche Sala batte cassa per le scuole

Duetto premier-sindaco: «Milano? Restituisce al Paese» Promessa del governo: asili e fondi per le aule allagate

Conte show dopo le polemiche Sala batte cassa per le scuole

Passeggiata da Palazzo Reale a piazza Scala, chiacchiere (a favore di telecamere obviously) con i bambini di una scuola di Varese seduti sul sagrato, pausa aperitivo al «Camparino» con il sindaco, selfie con i passanti in Galleria. Poi un'ora di confronto con la giunta a Palazzo Marino, spuntino coi panini offerti dal carcere di Bollate e rotta verso la Triennale, per la foto-opportunity - l'ultima della lunga serie - dedicata al «World Forum on Urban Forests». Giuseppe Conte ha zappato la terra per piantare un ippocastano con Beppe Sala, Stefano Boeri e il vicegovernatore Fabrizio Sala fingendo di non volersi distrarre con i flash: «Lasciatemi lavorare». Il premier ha chiuso il tour milanese iniziato alle 10.30 a Palazzo Reale, con l'apertura di «Asset-L'intelligence per le imprese» (che ha suscitato le proteste di qualche turista perchè le mostre per motivi di sicurezza hanno aperto con due ore di ritardo) con una visita, in forma privata ma coi fotografi, al Memoriale della Shoah, accompagnato dalla senatrice a vita Liliana Segre. Il «Giuseppi show» sotto la Madonnina va in scena a distanza di dieci giorni dalle polemiche sull'infelice uscita del ministro per il Sud Beppe Provenzano, che ha dichiarato, cercando poi di correggere il tiro, che «Milano non restituisce nulla al Paese». Milano, prova a ricucire il presidente del Consiglio dopo l'incontro in sala giunta con Sala e gli assessori, «è un punto di riferimento nazionale, dobbiamo essere orgogliosi delle sue performance, del fatto che conquisti primati in svariati ambiti, dalla crescita del Pil al turismo agli investimenti dall'estero, una città che cresce a questo ritmo e diventa attrattiva deve inorgoglire tutta l'Italia. La mia presenza qui dimostra che per me non c'è divario tra nord è sud, Viaggio molto al sud ma senza trascurare Milano e il nord, anche se è un contesto più vantaggioso rispetto ad altre aree disagiate. E il dialogo è fondamentale, non consentirò mai una frattura tra livello nazionale e locale, lo dico anche dal punto di vista della riforma sull'autonomia. Il quadro che andremo a offrire dovrà essere sostenibile per tutto il Paese, offrire lo stesso modello al nord e alle regioni del centro e sud». Andando più sul concreto, al giro di tavolo in sala giunta durato oltre un'ora, prima che Conte si ritirasse nell'ufficio di Sala per una riunione con lo staff, gli assessori in 3 minuti a testa hanno esposto a Conte cosa Milano può offrire al Paese e cosa chiede al governo. E Sala sintetizza: la visita «è stata molto fruttuosa ed è servita a dimostrare che Milano è in grado di restituire. Ovviamente ci devono essere le condizioni. Abbiamo partecipate che sono un modello di bast practices, in particolare trasporti, pulizia e gestione delle acque, ma con le regole attuali nel Paese possono lavorare al di fuori del perimetro di Milano solo per il 20% del servizio. L'assurdo è che siamo andati a trovarci lavori a Copenhagen e tante città italiane potrebbero fare buon uso della nostra qualità. Vanno cambiate le regole». Idem, il modello milanese su offerta culturale e impennata del turismo «può essere di aiuto al Paese» e idem «la valorizzazione del nostro patrimonio immobiliare». Per contro, Sala ha lanciato quattro sos: «Fondi per trasporti e metropolitane, per la cura dell'edilizia scolastica perchè abbiamo scuole con un elevato livello di vetustà, gli asili non ci bastano più e siamo frenati dall'eccesso di burocrazia, il codice degli appalti ad esempio va veramente ripensato o coi tempi lunghi si perdono opportunità». Il sindaco riferisce che Conte ha promesso «la costruzione di qualche asilo in più e si impegnato a riflettere sui fondi per le manutenzioni». Sala ha ribadito invece che dopo la fase dell'internazionalizzazione intende concentrarsi su «transizione ambientale e maggiore equità sociale, nel Bilancio daremo segnali concreti».

Sulla scarsa manutenzione scolastica ha protestato il centrodestra in Commissione: «Ora - attacca il capogruppo di Fi Fabrizio De Pasquale - è documentato perché nelle 530 scuole piove e perché cadono a pezzi. Il Comune spende nella manutenzioni ordinarie 7,2 milioni, lo 0,2% della spesa corrente totale .

Faccia qualche ciclabile in meno».

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