Cronaca locale

Contestazione sul caso foibe Poi arriva l'ok al monumento

Striscione di Fratelli d'Italia per il caso del municipio 4 E il Consiglio unanime approva la stele per le vittime

Michelangelo Bonessa

Da monumento della discordia a monumento della, quasi, totale concordia. Durante il suo intervento per il giorno della memoria per la tragedia delle foibe il sindaco Giuseppe Sala si è dichiarato favorevole all'installazione di un'opera commemorativa per gli esuli istriani e dalmati. E con lui tutto il Consiglio comunale che ha votato all'unanimità, 37 voti su 37 presenti, un ordine del giorno che impegna l'Amministrazione a realizzare il manufatto. Il luogo proposto nel documento è piazza della Repubblica, ma è solo un'indicazione di massima. Il primo cittadino, che ha definito la celebrazione «un passo avanti per un percorso di memoria della città», ha anche sottolineato che si trattava del «momento giusto per parlarne» visto che l'assise cittadina è impegnata nella discussione degli emendamenti al bilancio. E questo dopo aver ricordato «il silenzio colpevole» mantenuto per anni sul dramma dei profughi italiani, 350mila in dieci anni di esodo. E diecimila morti seppelliti nelle foibe, fosse comuni ricavate dai partigiani comunisti di Tito dalle spaccature del terreno di origine carsica molto comuni in Croazia.

Al mattino era stata una manifestazione di Fratelli d'Italia, presenti Paola Frassinetti, Carlo Fidanza, Riccardo De Corato e Romano La Russa, a ricordare l'assenza di un monumento commemorativo. Nel primo pomeriggio ci ha pensato Forza Italia a tornare sul tema per bocca di Mariastella Gelmini e Gianluca Comazzi che a Palazzo Marino hanno chiesto al sindaco Sala di approvare l'erezione di un monumento sottolineando il «colpevole ritardo» con cui si è fissata la celebrazione del 10 febbraio. «Abbiamo chiesto il monumento - ha spiegato Gelmini - perché non ci siano morti di seria A e di serie B».

E nella stessa sede si è mostrato quanto la «pacificazione» invocata da tutti i consiglieri non sia ancora avvenuta del tutto. Massimilano Morelli della Lega Nord ha ricordato i parlamentari di estrema sinistra, «tra cui l'ex sindaco Pisapia»", che votarono contro la legge per istituire il giorno della memoria. E ha avvertito che «i negazionisti sono ancora tra noi». Paolo Limonta di Sinistra x Milano ha invece dichiarato di essere a favore della pacificazione se si intende una serie e approfondita rilettura di tutto ciò che «avvenne dal 1943 al '45, comprese le nefandezza commesse in nome della liberazione», sottolineando però che quel periodo «non va letto come una guerra civile, ma come una lotta di liberazione in cui le due parti non sono uguali». Allo stesso tempo Manfredi Palmeri della Lista civica Parisi ha rimarcato a proposito dell'intervento di Sala che «non sentire la parola comunismo mi fa pensare che sia ancora molto da fare».

Tutto si è concluso dunque in una quasi totale pacificazione, anche se restano aperti alcuni fronti: l'Amministrazione, tramite Filippo Barberis del partito democratico, ha rivendicato la scelta di non concedere la Palazzina Liberty per un concerto a cui avrebbe partecipato anche Federico Goglio, in arte Skoll un cantante dell'area nazirock già coinvolto in inchieste sul saluto romano al corteo per Sergio Ramelli.

Una scelta che ha sollevato molte proteste in tutta la destra milanese.

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