Cronaca locale

Contestazioni e minacce alle «Sentinelle»

Chi legge Giovanni Paolo II, qualcuno preferisce un libro di fantascienza, un giornale o una rivista. Siamo in piazza XXV Aprile, il luogo milanese scelto dalle Sentinelle in piedi per la veglia che ieri si è svolta in 100 piazze d'Italia. Spiegano: «Siamo qui per la libertà di espressione, per poter essere liberi di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro hanno il diritto di educare liberamente i loro figli». Cinquecento persone in piedi, in silenzio, per un'ora, dalle undici a mezzogiorno.

Un diritto messo in discussione subito, prima ancora che il contestato ddl Scalfarotto sull'omofobìa diventi legge. Arrivano sessanta persone, si definiscono Sentinelli. Anche coppie di due uomini con un bambino. Organizzano un girotondo con cartelli provocatori o beffardi: «Io sono contro la frutta secca», «Sono contro a chi è intelligente ma non si applica» e il ritornello «Stopomofobia». Qualcuno va oltre. Un piccolo gruppetto con un megafono che urla «Talebani» e slogan come «Più sodomia, più masturbazione». Oscurano l'intervento conclusivo del portavoce delle Sentinelle, Pietro Invernizzi: «Chissà che sarebbe successo a ruoli invertiti... se avessimo contestato noi una manifestazione lgbt. Non oso nemmeno immaginare. Ma noi non faremmo mai una cosa del genere».

Le Sentinelle sono nate dalla società civile. L'esordio con una veglia di 54 persone a Brescia, nell'agosto 2013: poi con il passaparola sono arrivate in centocinquanta città e ieri manifestavano in cento piazze. A Milano non mancano a esponenti di partito. C'è Roberto Formigoni, Ncd come Nicolò Mardegan, Francesco Migliarese. C'è Carlo Fidanza di Fratelli d'Italia, partito che ha presentato una proposta di legge per limitare le adozioni a coppie composte da mamma e papà.

In strada, a fare da cordone, la polizia in assetto antisommossa. «Tre blindati grossi e due blindati piccoli, più la Digos. Sono scesi una cinquantina di agenti che si sono frapposti tra le Sentinelle e i girotondini, arrivati a pochissimi metri dalle Sentinelle. Una situazione incredibile» racconta Fidanza. A dare manforte ai contestatori il braccio destro del sindaco, Paolo Limonta. Pubblica su Facebook foto delle controsentinelle: «A me piacciono solo queste "sentinelle". A quelle altre, molto omofobe, molto ottuse, molto tristi, molto povere spiritualmente e intellettualmente, posso solo dire che sono già state sepolte da un'enorme, irrefrenabile, gigantesca risata».

Le Sentinelle in piedi hanno letto il messaggio di un portavoce de La M anif pour tous , movimento gemellato francese, recentemente segnalato come modello di impegno civile dall'arcivescovo, Angelo Scola. Omosessuale dichiarato, Jean Pier Delaume Myard scrive: «Bisogna rompere il silenzio per dire che gli omosessuali non hanno nulla a che vedere né da vicino né da lontano con la lobby gay che ha il solo scopo di distruggere la famiglia. Bisogna rompere il silenzio per dire che non possiamo accettare di privare un bambino dei suoi riferimenti sociali.

Bisogna rompere il silenzio per dire che non possiamo, come avviene in India, parcheggiare le donne nelle case in cui produrre dei bambini destinati a coppie dello stesso sesso, perché il bambino non è un medicinale».

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