Cronaca locale

«Così si salva il castello di Ludovico il Moro»

«Merito et tempore» (Con il merito e con il tempo) è il motto sforzesco dipinto sul soffitto a cassettoni del castello. Un soffitto che sta per crollare, ma che fu testimone delle feste di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este. Chi arriva a Cusago (a soli 6 km da Milano), resta senza parole sia per l'imponenza della sua torre, tanto simile a quella del Filarete, sia per lo stato di abbandono in cui versa da anni. Ma il castello abitato anche dai nobili Casati Stampa e dai cusaghesi che nel dopo guerra vi furono sfollati, potrebbe rinascere a nuovo splendore. Dopo alcune trattative di vendita fallite tra la società proprietaria e altri privati, ora potrebbe essere acquistato dal Comune. E dopo la visita a luglio del vice presidente Fabrizio Cecchetti a muoversi è anche la Regione. «Questo - dice Cecchetti - è un gioiello straordinario costruito nel XIV secolo, è stata la residenza di Ludovico il Moro, ci racconta insomma la storia della nostra terra. Dobbiamo dunque fare di tutto per salvarlo. E la straordinaria idea del sindaco di Cusago di acquisirne la proprietà pubblica col 51% per poi farne una Fondazione che sarà poi incaricata di ristrutturarlo e farlo rivivere con manifestazioni ad hoc, non deve cadere nel vuoto». La Regione, azzarda il sindaco di Cusago Daniela Pallazzoli, «potrebbe autorizzarci a spendere quel milione utilizzando il Patto incentivato orizzontale».

È decisa, ma ci va anche cauta la dea ex machina della rinascita di un maniero fatto costruire da Bernabò Visconti alla fine del 1300 come residenza estiva. «Il castello è a un punto di non ritorno - spiega - e se non si recupera il tetto, è destinato a crollare. La situazione delle casse comunali è peggiorata, ma io ho più esperienza (è al secondo mandato, ndr ) e coraggio». Un progetto che prevede due fasi. «L'ingresso della proprietà pubblica nel castello che non è mai stato pubblico (tra i proprietari anche la famiglia Berlusconi, ndr ). Con le somme messe a disposizione dall'ente pubblico si vuole salvaguardare il tetto e poi, con la seconda fase, costituire una Fondazione pubblico-privata che potrà sistemarlo e riempirlo di contenuti». Per arrivare alla Fondazione «i passi sono all'inizio - spiega la Pallazzoli -, il ministero dei Beni culturali ci ha dato il benestare per comprare il bene immobile e con dei consulenti stiamo costruendo il percorso per arrivare all'acquisto della proprietà per il 51 per cento con un milione di euro e per questo dobbiamo fare un mutuo, la cifra verrà impiegata per rifare il tetto. L'ostacolo più grosso per la prima fase è il patto di stabilità, ma confido nella sinergia tra Enti e nell'interesse nazionale della salvaguardia di un bene che è monumento nazionale. Il progetto di recupero del tetto, curato dalla società Il Castello di Cusago attuale proprietario, va presentato alla Sovrintendenza. Poi ci sarà la nascita della Fondazione di partecipazione che recupererà tutto l'immobile per un'ipotesi di spesa sui 10 milioni di euro». Un progetto che si può ispirare ad altri esempi di recupero. «Il castello di Padernello nel Bresciano - spiega il sindaco - Il Comune ha fatto la stessa operazione arrivando alla Fondazione Nymphe. Ci hanno messo nove anni, ma ora sono presidio Slow Food: un esempio di percorso virtuoso iniziato però in tempi più felici».

Intanto a settembre nella Biblioteca comunale inizieranno gli incontri dedicati al castello: primo appuntamento il 24 proprio con il sindaco che illustrerà il progetto.

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