Cronaca locale

Crisi e terrorismo: l'attualità in scena

Da martedì dibattiti al Parenti, al via con «Prevenzione dei genocidi»

Antonio Bozzo

Se pensate che ascoltare conferenze, farsi raccontare storie esemplari, vedere analizzati su un palcoscenico i problemi morali del nostro mondo sia una perdita di tempo, saltate le righe che seguono. Ma se state leggendo, difficile che apparteniate alla moltitudine degli indifferenti.

Al Franco Parenti sono in programma quattro incontri che entrano senza riguardi tra le pieghe dell'attuale tormentato periodo storico (quale non lo è stato?). L'obiettivo è mettere al centro la responsabilità individuale di fronte alle sfide del presente. Non è ambizione da poco. Eppure è proprio l'individuo, aldilà di schieramenti politici e convinzioni religiose, a fare la differenza. Gli appuntamenti sono a cura di Gariwo, la foresta dei Giusti, onlus fondata nel 2001 a Milano da Gabriele Nissim e Pietro Kuciukin. La «foresta» non è composta solo di persone che hanno salvato ebrei dalla persecuzione nazista e che secondo lo spirito biblico, così facendo hanno «salvato il mondo intero». Giusto è chiunque abbia agito o agisca per il bene, a rischio della propria vita, dove i diritti umani vengono calpestati.

Martedì 17 gennaio, alle ore 18, il tema sarà La prevenzione dei genocidi. Nel titolo, c'è la terribile possibilità che se giriamo la testa dall'altra parte per non vedere, interi popoli rischino l'annientamento. Dopo la Shoah si disse «mai più», ma le atrocità successive hanno tolto ogni illusione. C'è, a dire il vero, una corrente di analisi che rifiuta l'uso automatico, inflazionato, di termini come «genocidio»; spiegherebbe lo sterminio ebraico e armeno, non tutti gli orrori: applicandolo con leggerezza ne svanirebbe la portata di denuncia. Ne parleranno gli storici Marcello Flores e Yair Auron e il filosofo Gérard Malkassian. Sentiremo trattare del teatro di guerra in Siria, di persecuzioni e atrocità in Iraq verso gli Yazidi e nel Sud-Est asiatico verso i Rohingya. Cosa possiamo fare? Come riuscire ad agire quando le istituzioni, e il sogno di un'Europa equa e forte, vacillano?

Seguiranno altri tre incontri, su temi simili ma non fotocopie del primo. Si parlerà, il 14 febbraio, di Battaglia culturale contro il terrorismo fondamentalista islamico, importante come quella combattuta sul campo. Tra gli ospiti, il politologo Olivier Roy, il giornalista Alberto Negri, lo scrittore Hafez Haidar e Hamadi ben Abdesslem, guida turistica del Museo del Bardo di Tunisi, dove avvenne una strage terroristica con vittime anche italiane. La crisi dell'Europa, non ultimo tra i motivi che determinano la nostra debolezza di fronte ai terroristi, sarà affrontata dal filosofo Massimo Cacciari e dai giornalisti Ferruccio De Bortoli e Konstanty Gebert, il 30 marzo. Il ciclo terminerà il 18 maggio con l'incontro I Giusti del nostro tempo, nel quale parleranno Gabriele Nissim, il filosofo Salvatore Natoli, la scrittrice Gabriella Caramore e Milena Santorini, parlamentare europea.

Gli incontri, ospitati nel teatro diretto da Andrée Ruth Shammah, hanno il patrocinio di Università degli studi di Milano e della Fondazione Corriere della Sera.

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