Per dar gas a Expo arriva «super Renzi»

In vacanza sia il sindaco Giuliano Pisapia che il governatore Roberto Maroni, toccherà al commissario Expo Giuseppe Sala e a quello del Padiglione Italia Diana Bracco accogliere il premier Matteo Renzi oggi a Milano per la sua prima visita ai terreni di Rho-Pero. Per la Regione il vice presidente Mario Mantovani e per il Comune il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris. Arrivo di Renzi alle 12,20, come ha dato notizia ieri un comunicato di Palazzo Chigi. Visita ai padiglioni alle 12,40 e punto stampa alle 13,10 all'interno dell'area dei cantieri. Poi ripartenza per Roma già alle due per un sopralluogo davvero lampo. Tempi davvero piuttosto stretti, verrebbe da osservare. E qualcuno nei Palazzi milanesi già osserva malizioso che sembra trattarsi più di uno spot perfettamente in linea con l'inconfondibile strategia mediatica renziana, piuttosto che di un viaggio realmente organizzato per approfondire i i tanti problemi che affliggono un'opera di cui diventa sempre più difficile scommettere sulla conclusione nei tempi previsti. A meno di revisioni e mutilazioni di un progetto che vale un miliardo e 310 milioni di euro. Di cui 833 sono i milioni investiti dal governo a cui vanno aggiunti i 159 della Regione e i 159 del Comune.

Di certo c'è che anche questa volta Milano ha perso una straordinaria occasione per fare un salto nella qualità della sua dotazione infrastrutturale. Perché solo sulla carta rimarrà quella linea quattro della metropolitana che avrebbe dovuto collegare la città e il sito Expo a Linate. Che rimarrà ancora chissà per quanto tempo un rarissimo esempio di city airport non servito dal metro. E chissà se ci saranno e come saranno i collegamenti via bus promessi dall'Atm. Anche perché nessuna risposta è arrivata dal governo sui finanziamenti chiesti da Comune e Regione per finanziare spese in più e servizi indispensabili per i sei mesi dell'Expo come trasporti aggiuntivi, raccolta rifiuti e straordinari per la polizia locale. Difficile che oggi qualcuno ne parli con Renzi.