Cronaca locale

Via alla Design week. "La casa del futuro? Un'oasi in movimento"

Alla Statale apre la mostra di Interni con 32 installazioni. E l'Orto Botanico si "accende"

Via alla Design week. "La casa del futuro? Un'oasi in movimento"

«House in motion», ovvero Casa in movimento, è lo slogan che dà il titolo alla nuova mostra che nei cortili dell'Università Statale apre il Fuorisalone e che dà la misura di un concetto abitativo sempre meno stanziale e sempre più votato al «nomadismo». Gilda Boiardi, direttrice della rivista Interni che festeggia il ventennale del network da cui ha avuto origine la Design week cittadina, ammira soddisfatta le installazioni «site specific» realizzate da 32 designer in nome della casa e delle sue possibili evoluzioni. L'evento della Statale, battezzato dal sindaco Beppe Sala e dal magnifico Rettore, apre ufficialmente una settimana costellata da mostre, eccellenze della progettazione e performance, come l'intervento di danza che ieri sera, nel loggiato di via Festa del Perdono, ha reso ancor più coreografico il gigantesco «Baldacchino» luminoso in acciaio e plexiglass firmato dal britannico Stanton Williams.

«Qui architetti e designer possono sbizzarrire la loro fantasia e trascendono deliziosamente il tema che, oggi più che mai, è quello della temporaneità, ovvero di un abitare in continua trasformazione in funzione delle esigenze contemporanee e di una tecnologia sempre più preponderante» dice la Boiardi, che ieri sera ha visto accendere l'Orto Botanico di Brera di settecento piccole unità abitative luminose, progetto a cura di SOS-School of Sustainability e Mario Cucinella Architects in sinergia con Eni Gas e Luce. Energia e sostenibilità rappresentano d'altronde uno dei temi cardine di questi ultimi anni e che hanno contraddistinto i progetti di designer sempre più attenti al tema del riciclo, dell'ambiente e dell'equa distribuzione delle risorse. Bandita la retorica, tra le installazioni merita una menzione d'onore «My Dream Home» realizzata dall'architetto Piero Lissoni che ospita il reportage fotografico di Elisabetta Illy e Stefano Guindani nelle bidonville di Haiti. Il «sogno» è quello dei bambini haitiani che hanno riprodotto nei loro disegni il diritto ad una condizione umana; l'installazione di Lissoni, assemblaggio di dodici container sovrapposti come una scultura verticale, termina con il progetto di un'unità abitativa reale, casette in muratura che potranno essere realizzate grazie al contributo della mostra promossa dalla Fondazione Rava.

Tra sogni e contaminazioni c'è spazio per progetti ambiziosi, come la struttura quasi spaziale interamente in legno realizzata dallo studio Peter Pichler Architecture, ma anche per modelli di mobilità abitativa apparentemente paradossali ma alla portata di tutti. È il caso dell'installazione di Fabbrica Pelletterie Milano che presenta la prima «Bedstation» itinerante firmata da Marc Sadler, che coniuga la libertà di esprimere il proprio stile di vita con l'eccellenza strutturale: valige che, una volta aperte, diventano un letto, un luogo di lavoro o, perchè no, una cucina itinerante.

L'Umbria e la Puglia sono le due regioni italiane ospiti d'onore alla mostra di Interni. La regione terremotata è presente con l'opera intitolata «Canapa Nera, guardavo le macerie e immaginavo il futuro», sviluppata in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Perugia e la designer Daniela Gerini: un'opera double face composta dai ricordi custoditi dalle macerie dei muri e dalle speranze riposte nelle fibre della canapa di cui è ricco il fiume Nera.

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