Cronaca locale

Dietro a tutti, Milano fa piangere la «presidenta» Laura Boldrini

La «presidenta» della Camera Laura Boldrini fissata con i sostantivi al femminile e con il fantasma dei fascisti su cui ha costruito l'intera campagna elettorale è stata bocciata da Milano. «Sto cercando casa» rispondeva la capolista di Leu nel collegio di Milano 1, quello del centro storico, a chi sosteneva che fosse l'ennesima paracadute sotto la Madonnina. Potrà risparmiarsi il fastidio. La Boldrini è arrivata solo quarta nella sfida all'uninominale per un posto alla Camera, dietro anche al candidato del Movimento 5 Stelle Alberto Bonisoli, il direttore della scuola di belle arti Naba. In centro ha registrato un exploit (in netta controtendenza con il Paese) l'ex assessore al Bilancio di Pisapia e politico di lungo corso Bruno Tabacci, ha raggiunto il 41,23 per cento delle preferenze e ha prenotato un seggio a Roma. Ha avuto la meglio sull'avvocato berlusconiano Cristina Rossello, capolista del centrodestra, ferma al 37,05 per cento. Terzo posto per il pentastellato Alberto Bonisoli al 13,78 per cento. La Boldrini non va oltre il 4,61 per cento. Magra consolazione: Nina Moric le aveva lanciato una sfida a distanza, contro la presidente della Camera a Milano centro era candidato anche il fidanzato della showgirl, Luigi Mario Favoloso, capolista di Casapound. Si è fermato allo 0,63 per cento dei voti.

ChiCa

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