Cronaca locale

Disperati, eroina e trans L'inferno di via Mosso 4 che il Comune non vede

Tra lo spaccio e le «marchette» la palazzina che era della mafia oggi è solo un buco nero

Disperati, eroina e trans L'inferno di via Mosso 4 che il Comune non vede

Disperati, spacciatori e transessuali. Via Mosso 4 è un esempio del fallimento delle istituzioni. La palazzina di due piani è da anni un buco nero, come buona parte dei muri dello stabile in seguito a un incendio, della zona di via Padova: i trans che battono nei giardinetti vicini lo usano per le «marchette», i senzatetto senza documenti e i piccoli spacciatori come posto per dormire. L'ultima notizia del Comune risale a gennaio 2017: rispondendo ad un'interrogazione del consigliere di Forza Italia Silvia Sardone, l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran scriveva che la comunicazione per «ovviare allo stato in cui si trova l'immobile» era stata inviata al settore competente il 15 giugno 2016. La parte di amministrazione che se ne dovrebbe occupare è il settore Politiche ambientali ed energetiche, ma per ora gli unici due interventi visibili sull'immobile una volta di proprietà della mafia sono la pulizia parziale del giardino e la muratura dell'entrata dal lato di via Padova. Da quello di via Mosso però si può entrare agevolmente. Quindi resta almeno la metà del lavoro da fare.

La porta per accedere al giardino è aperta, così come gli ambienti interni. Il sotterraneo è un insieme di pozze stagnanti per le perdite d'acqua degli impianti, rifiuti e resti di valigie e mobili. Buona parte del piano terra è inutilizzabile se non per qualcuno che è entrato a bucarsi: le siringhe e i cucchiaini bruciati restano a testimoniarlo. E sono in condizioni migliori di tutto il resto, segno che non è passato troppo tempo da quando sono stati usati.

Al primo piano invece gli ambienti sono stati adattati e tre uomini ci abitano, sono tutti nordafricani senza documenti. Durante l'ultimo sopralluogo erano presenti in due. «Io sono qui dal '78 e non li ho mai avuti» racconta uno sulla sessantina che vive in via Mosso 4 da due anni. L'altro presente ieri mattina «è appena arrivato, non ha passaporto e non parla la vostra lingua» spiega un suo amico mentre fuma uno spinello. L'interprete ha una trentina d'anni, le labbra segnate da un herpes e poca sopportazione per i poliziotti. I giornalisti poi li odia perché in Tunisia anche il padre era giornalista. Sono loro parte del popolo di disperati che anima questo tratto di via Padova. L'altra sono i transessuali e chi commercia in eroina, categorie rappresentate principalmente dai sudamericani in questa zona. I nigeriani, tra i protagonisti del ritorno di questa droga pesante, si localizzano più in altre vie. E generalmente trattano solo prostituzione femminile.

Per quanto sembri assurdo il degrado della palazzina è stato verticale proprio da quando lo Stato l'ha sequestrata alla criminalità organizzata. «La situazione trovata in via Mosso evidenzia in modo paradossale l'incapacità della giunta Sala di gestire beni pubblici - ha attaccato Sardone ad aggravare la mancanza di interventi del Comune vi è l'ubicazione dell'edificio nella parte centrale di via Padova dove non si sente il bisogno di ulteriori fonti di criminalità».

«Via Mosso 4 è l'ennesima occasione persa per il Municipio 2» rincara la dose Otello Ruggeri, coordinatore di zona di Forza Italia. Per adesso l'amministrazione municipale ha annunciato tramite il presidente Samuele Piscina (Lega) e il suo vicepresidente Marzio Nava (Fi) la chiusura dei giardinetti di via Mosso con una cancellata che costerà 45mila euro e sarà installata nella prima parte dell'anno.

Per l'edificio, invece, si attende che il Comune batta un colpo.

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