Cronaca locale

Due spari e un biglietto: «Tutta colpa mia»

Due spari e un biglietto: «Tutta colpa mia»

La coppia non era esattamente di quelle che passano inosservate. E non solo perché lei era statuaria, bionda, altissima e palesemente straniera e lui un bell’uomo italiano, elegante, ma decisamente più basso, più adulto e di un fascino molto più contenuto. «C’era sempre una sorta di nervosismo tra loro, come una scarica di elettricità che avvertivi, anche solo guardandoli da lontano. Litigavano spesso, a voce alta. E anche quando erano tranquilli sembravano...Vibranti! Guardi: qui in zona li conoscevano tutti quei due, destavano grande curiosità. E anche tanta invidia credo» spiega agitando le mani con fervore da romanzo la signora Maria Teresa che abita in via Carlo Maria Maggi. Esattamente davanti alle finestre del monolocale al secondo piano dello stabile signorile di piazza Lega Lombarda 1. Un’abitazione lussuosa dove ieri mattina i vigili del fuoco sono entrati sfondando una finestra, intorno alle 10.15 e trovando i cadaveri di una coppia: il notaio Vincenzo Ialenti, 46 anni e la sua amante 29enne lettone, Marika.
A chiamarli è stata la madre 70enne del notaio. L’anziana cercava il figlio dalla sera prima. Il professionista non era a casa sua, a Galliate, in provincia di Novara dove, a tutti gli effetti, abitava con la moglie e la figlia e dove tornava regolarmente ogni sera. Domenica non era stato così e la moglie si era subito allarmata, aveva chiamato la suocera, a Milano, avevano quasi litigato un po’ al telefono. «Suo figlio è sicuramente lì, con “quella“» aveva detto la nuora senza girarci troppo attorno.
Ialenti, uno stimato professionista con studio a Trezzano sul Naviglio, in provincia di Bergamo (dove era nato) da oltre un anno aveva una relazione extraconiugale con Marika, una 29enne lettone di grande bellezza che aveva sistemato nel monolocale di famiglia di piazza Lega Lombarda 1. «La classica donna che ti fa voltare quando passa per strada: chi non l’ha notata fare jogging in zona? - sorride sornione un ristoratore della zona di cui la coppia era cliente fissa -. Venivano spesso a mangiare la pizza. Lui era un tipo un po particolare, uno di quelli che lasciano spesso la macchina in seconda fila con le quattro frecce e torna dopo un’ora, tanto per intenderci. Una volta l’ho notato rispondere male all’edicolante. Ma si capiva che era un uomo perbene» conclude.
Domenica sera, proprio al termine della partita, un residente dello stabile di piazza Lega Lombarda, che ieri mattina ha parlato con gli investigatori della squadra mobile, ha raccontato di aver sentito un grido di donna seguito immediatamente dopo da uno sparo. «Ma ho pensato a uno scherzo. Addirittura a un’esternazione di felicità per il pareggio dell’Italia agli Europei. E così ci ho fatto caso fino a un certo punto». Invece era il notaio Ialenti. Che con la sua semiautomatica, una Beretta calibro 7.65, aveva appena sparato alla tempia destra di Marika. Per poi togliersi, poco dopo, la vita allo stesso modo.
Uno sopra l’altro, sul pavimento, in mezzo al sangue. È così che li hanno trovati ieri mattina i vigili del fuoco. Chiusi in casa. Morti dalla sera prima. Due bossoli, due ogive. E un biglietto scritto dal notaio. «Mia moglie è la donna più dolce del mondo, non c’entra nulla, questa storia è tutta colpa mia. Non ce la faccio più».
Sembra infatti che la donna solo recentemente avesse scoperto della doppia vita del consorte. Ed era andata lì, nel centro di Milano, a fargli una sfuriata. Spiattellandogli in faccia che lei «sapeva». E forse per metterlo alle strette.

Lui, dilaniato dai rimorsi ma anche deciso a non lasciare Marika, ha preferito togliersi la vita insieme alla sua amante.

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