Cronaca locale

In Duomo con l'auto Scatta la denuncia

Identificata l'influencer, ritirata la patente all'autista abusivo

Non solo si è filmata mentre invadeva in auto il sagrato del Duomo, postando il video sui social. Ma è tornata nello stesso posto poche ore dopo, dove i carabinieri l'hanno identificata. E hanno denunciato la persona alla guida.

La ragazza, una 21enne che si definisce «influencer», A.G., tre notti fa aveva postato un filmato provocatorio su Instagram in cui scorrazzava in macchina davanti al Duomo. Intorno alle 5.30 di ieri i carabinieri hanno notato la giovane a bordo della stessa auto della notte della «bravata», una Clio che era stata segnalata alle forze dell'ordine, e hanno controllato. Con la 21enne c'erano l'autista, un 49enne, e altri due passeggeri. La macchina sostava nell'area di parcheggio dei taxi della piazza. È stato ricostruito che A.G. aveva chiamato l'amico per farsi riportare a casa dopo la serata in discoteca. Lungo la strada il conducente, che è stato denunciato per esercizio abusivo della professione di tassista, ha deciso di caricare gli altri due passeggeri che stavano aspettando un'auto pubblica. All'uomo è stata inoltre ritirata la patente e sequestrata la macchina. È molto probabile che fosse sempre lui alla guida quando, nella notte di venerdì, la giovane influencer ha deciso di infrangere le regole davanti alla Cattedrale. I due amici hanno infatti ammesso di aver fatto il video in cui tra l'altro lei diceva: «Cos'è che non possiamo fare noi?», in riferimento alla presenza di telecamere. I loro nomi sono stati comunicati alla polizia locale, che si sta occupando degli accertamenti sulla prima violazione. Il video di quella notte è poi stato cancellato dai social.

«Ora che sono stati identificati - interviene l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato-, mi aspetto una pena esemplare per avere ignorato la Ztl ed essere arrivati per sfida fin sotto il sagrato del Duomo. La sicurezza non può essere ridotta a materia di bravate. Quei due sono riusciti a circolare liberamente in una zona che dovrebbe essere massimamente sicura, grazie alle telecamere, alle barriere di cemento e alla presenza delle forze dell'ordine. È evidente che le misure adottate non sono sufficienti a garantire la sicurezza di un luogo che è tra gli obiettivi più sensibili di Milano».

CBas

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