Cronaca locale

E adesso anche le straniere fanno meno figli

Le cittadine immigrate si stanno «milanesizzando», si è alzata pure l'età del primo parto

Le donne italiane cittadine di Milano fanno pochi figli e le cittadine di origine straniera hanno assimilato i loro comportamenti. È quanto è emerso durante la seduta della Commissione speciale Piano Integrato di Politiche Familiari riunita venerdì per la presentazione della situazione anagrafica delle famiglie milanesi. A illustrare i dati è stata Roberta Rossi, collaboratrice dell'Ufficio Anagrafe del Comune di Milano e responsabile delle statistiche demografiche, che ha sottolineato come, secondo i numeri derivanti da un'elaborazione dell'anagrafe, mentre le cittadine milanesi di origine italiana partoriscono in media 1 figlio (il valore ha avuto un piccolo incremento, da 1,099 del 2003 a 1,207 del 2015), le donne straniere che vivono a Milano hanno assimilato il loro comportamento riproduttivo: da una media di 2,25 figli per donna del 2003 si è passati a una media di 1,754, perdendo di fatto mezzo punto. Aumenta anche l'età media al momento del parto: quella delle italiane arriva a sfiorare i 35 anni nel 2015, rimanendo in costante anche se lieve aumento, ma anche la media delle donne di origine straniera aumenta di 6 punti attestandosi a 31 anni. Dall'elaborazione emerge anche che la cosiddette famiglia tradizionale non è più un obiettivo dei giovani milanesi. Tra le famiglie con un capofamiglia con un'età compresa tra i 18 e i 34 anni diminuiscono infatti le coppie sposate senza figli che passano dal 15% del 2003 al 6,1% del 2015. I giovani preferiscono convivere: aumentano le coppie senza figli (dal 3,1% del 2003 al 4,3% del 2015), ma anche quelle che pur avendo figli decidono di non sposarsi (dal 2,7% del 2003 al 5,6% del 2015). In metto aumento anche i single che passano dal 51,8% del 2003 al 62,2 del 2015. In sintesi, l'immagine che viene fuori da questa analisi è che fare una famiglia non significa più necessariamente essere sposati, avere figli in comune e vivere tutti solo sotto lo stesso tetto. Le traiettorie biografiche «sono spesso tortuose, spesso temporanee, e ciò rende la famiglia un'esperienza che può scomporsi e ricomporsi più volte». E il Comune parla di «famiglia fluida» un aspetto che «sfugge alle maglie del registro anagrafico»: ci sono i «pendolari della famiglia» o famiglie «a distanza» che vivono per lunghi periodi tra due abitazioni per conciliare luogo di lavoro o di studio e luogo degli affetti, o single che vivono in una relazione affettiva stabile, di tipo matrimoniale, che spesso convivono ma conservano ognuno la propria abitazione.

Una curiosità dai dati che però si fermano al 2011: i quartieri con più single erano Navigli, Ticinese, Selinunte e Garibaldi/Repubblica.

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