Cronaca locale

E per i malati cronici arriva il medico dedicato

I pazienti saranno seguiti da un'unica struttura Percorso personalizzato per controlli e terapie

E per i malati cronici arriva il medico dedicato

La riforma sanitaria entra nel vivo. E si prefigge di sconfiggere due dei «mali» più trasversali e comuni al popolo dei pazienti cronici: l'effetto trottola e la trappola delle liste d'attesa. Significa niente più code per prenotare le visite, niente più trasferimenti da un ospedale all'altro.

Da giugno tutti i malati cronici, dai cardiopatici ai diabetici, riceveranno una lettera firmata dall'assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera in cui verrà comunicata la struttura sanitaria (ospedale o ambulatorio) a cui devono far riferimento per esami e controlli.

Lì ci sarà un medico «dedicato» che si prenderà cura del paziente, compilerà la sua agenda sanitaria annuale fissando per tempo le visite. E controllerà perfino se prende con regolarità i farmaci prescritti. In sostanza ogni malato avrà il suo percorso personalizzato e accompagnato, passo passo, durante tutto l'anno. Da gestire ci sono 3,5 milioni di persone, che assorbono il 75% delle attività del sistema sanitario.

Passo numero uno. Il popolo dei cronici verrà suddiviso in tre categorie: i soggetti con demenza senile severa e con disabilità gravi (circa 150mila persone), i soggetti con più fragilità, dalle dipendenze alle disabilità moderate (1,3 milioni di pazienti potenziali), e i soggetti con una patologia cronica ma in fase iniziale (1,9 milioni).

Passo numero due. Fino a maggio i medici di medicina generale e le strutture pubbliche e private accreditate potranno candidarsi per «prendere in carico» le tre categorie di malati cronici. E se rispetteranno i parametri richiesti dalla Regione, dimostrando di poter offrire ai pazienti servizi adeguati, allora entreranno nella rosa degli «eletti». L'elenco con i nomi e gli indirizzi delle strutture accreditate verrà poi inviata ai pazienti e starà a ognuno di loro scegliere da chi essere preso in carico.

All'assessore Gallera piace parlare di un «patto di cura» con le strutture sanitarie. «Nel momento in cui l'utente sceglie il gestore - spiega - sottoscrive con lui un patto di cura che prevede responsabilità precise. L'erogatore si impegna a predisporre il piano di assistenza individuale e la programmazione di un percorso di cura personalizzato. Dovrà inoltre garantire e accompagnare, tramite un case manager, l'erogazione delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie in base alle patologie e alle necessità del paziente».

«A differenza di quanto avveniva in passato - precisa Gallera - offriamo un sistema di presa in carico che affianca il paziente in tutto il suo percorso. Un sistema che assicura l'integrazione e il raccordo tra tutte le competenze professionali coinvolte, ospedaliere e territoriali.

Un sistema che ci consentirà anche di tagliare le liste d'attesa e impedire il sovraffollamento dei pronto soccorso».

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