Cronaca locale

E le italiane fanno la spesa frugando nella spazzatura

Un gruppo di anziane cerca un pasto tra i rifiuti di un supermercato. Il cibo andrebbe distrutto, ma gli addetti dell'Amsa chiudono un occhio

E le italiane fanno la spesa frugando nella spazzatura

Si nascondono dietro le macchine e pazientemente aspettano. Al freddo, sotto la neve o la pioggia, stanno appostate come gli indiani, scrutano l'orizzonte per carpire la silhouette della diligenza. Conoscono giorni e orari, sanno riconoscere da lontano chi è alla guida.

Milano, ore 8,30 del mattino, via Gian Battista Moroni (tra piazzale Siena e piazzale Gambara), a due passi da De Angeli, per intenderci. Le protagoniste del desolante copione sono donne anziane italiane, che appostate sul retro di un grande supermercato aspettano che i mezzi dell'Amsa passino per ritirare i cassonetti, in particolare dell'umido. Il loro obiettivo è riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena pescando tra gli avanzi del super. Solo nei giorni prefissati, infatti, gli addetti del super conferiscono i bidoni dell'umido e i prodotti alimentari appena scaduti, che non possono più essere venduti.

Il problema, appunto, per queste signore è che non sarebbe consentito «intercettare» i rifiuti dei grandi magazzini, che di norma vanno direttamente nel camion dei rifiuti. Ma il senso di pietà e di solidarietà, che ancora da qualche parte è rimasta, di alcuni conducenti e ausiliari dei mezzi Amsa, permette a queste donne disperate di dare un'occhiata prima che gli alimenti vengano definitivamente gettati. Gli addetti si girano dall'altra parte, temporeggiano, perdono qualche minuto finché le donne non hanno messo insieme qualche avanzo. Il tutto mentre nei palazzi del potere si discute dello stato di avanzamento dei cantieri del sito Expo, ci si scaricano colpe e accuse, si stilano elenchi delle imprese colluse con la mafia che si sono infiltrate nella macchina dell'esposizione.

In questo caso poi - le scene si ripetono con una ripetitività sconcertante - queste disgraziate si accapigliano, urlano e si spintonano per un tozzo di pane conquistato due giorni di seguito, a dispetto delle concorrenti. Si insultano, si strappano il bottino di mano, tutto sotto lo sguardo indifferente dei passanti. Impossibile non sentire le liti, che arrivano fino agli uffici del palazzo di fronte. Ma i milanesi tirano dritto. Se la Milan col coeur in man si fa sentire per i «grandi» eventi, le richieste ufficiali, le emergenze riuscendo a mobilitarsi a volte in maniera fin commuovente, così non è per la Milano frettolosa che tutte le mattine corre in ufficio con il volto affondato nel bavero del cappotto e il cellulare sull'orecchio. Non è la prima volta che si vedono scene del genere in città: capita di vedere poveri, anziani, uomini e donne rovistare tra gli avanzi del mercato in cerca di un ortaggio scartato, di una buccia di formaggio magari tagliata via grossolanamente, un cartoccio di patatatine caduto per terra. Ma solitamente questa ricerca disperata è solitaria, avvolta da un silenzio e da un riserbo quasi sacrale.

«Mentre Milano si appresta a inaugurare l'Expo del cibo, mentre Renzi viene a Milano a regalar sorrisi e il ministro Martina vuole mettere nella Costituzione il diritto al cibo a Milano ogni giorno va in scena, l'Expo del rifiuto per gli anziani italiani» commenta Massimo Girtanner, coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia -.

È ora di dire basta e non far finta di niente, iniziare ad essere più egoisti e pensare che al primo posto ci sono gli italiani».

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