Cronaca locale

In Regione la proposta che può bloccare la moschea di Milano

Fdi chiede alla giunta di fissare a 200 metri le distanze minime fra vari luoghi di culto. «Stralciare via Esterle»

In Regione la proposta che può bloccare la moschea di Milano

Duecento metri di distanza minima fra i luoghi di culto. La proposta è inserita in un'interrogazione che il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Franco Lucente ha appena depositato al Pirellone.

Rivolgendosi all'assessore Pietro Foroni (Lega), Lucente propone che la giunta regionale stabilisca in almeno 200 metri la distanza minima, per esempio, fra una nuova moschea e una chiesa. La proposta potrà apparire come un escamotage tecnico per sbarrare la strada al piano del Comune di Milano, ma in realtà tecnicamente va a riempire quello che dal 2015 è uno spazio bianco. La legge «anti-moschee» (oggi confluita nella legge 12 del 2005) prevedeva infatti che i Piani delle attrezzature religiose dei Comuni definissero «distanze adeguate tra le aree e gli edifici da destinare alle diverse confessioni religiose», ma demandava a una delibera di giunta regionale la definizione di questa «distanza adeguata». La delibera non è ancora stata adottata e il Comune di Milano si è regolato sui 100 metri.

Il tema della distanza minima aleggiava da tempo e lo stesso Palazzo Marino si aspettava una mossa simile, tanto che un anno fa, presentando la bozza di piano, l'assessore Pierfrancesco Maran spiegava di considerare probabile un intervento regionale: «Accetto scommesse - aveva detto - sul fatto che durante l'iter di approvazione la Regione interverrà dando una misura diversa, mettendo così fuori gioco tutti quelli che stanno sotto quella distanza». In sede di discussione del Pgt, inoltre, il consigliere di centrodestra Matteo Forte aveva presentato un emendamento che intendeva far valere la distanza minima fra la «moschea» di via Maderna e la parrocchia di San Galdino per far saltare anche quella previsione (uno dei 4 centri da sanare).

Adesso arriva, nero su bianco, la proposta. Se introdotta, una norma simile varrebbe ovviamente per tutta la regione, ma l'interrogazione si riferisce al Piano di Milano: «Il problema - spiega Lucente- si pone in modo stringente in via Padova a Milano, ma non solo, servirà anche in futuro in qualsiasi altra città della Lombardia». Lucente fa notare che il piano milanese individua un'area in via Esterle e che «a breve distanza (in linea d'aria 100 metri)» in via Padova 116 c'è la chiesa di San Giovanni Crisostomo. Non solo, il capogruppo Fdi cita un ulteriore requisito tecnico introdotto dalla legge regionale - uno spazio per parcheggio pubblico in misura non inferiore al 200% della superficie lorda di pavimento dell'edificio - per arrivare nella conclusione all'obiettivo più «politico»: lo stralcio di via Esterle. Considerata la «prossimità» fra l'area di via Esterle e la chiesa di San Giovanni e «tenuto conto anche dalla questione parcheggi» Lucente chiede a Foroni «se si prospettano o ravvedano incompatibilità o comunque inopportunità», e se la giunta intende presentare osservazioni al Pgt «nello specifico per lo stralcio dell'area di via Esterle». «Sono sicuro che la Giunta provvederà in tempi rapidi», conclude.

Cosa farà la giunta regionale si vedrà, ma certamente l'assessore Foroni (avvocato, proprio come Lucente) ha mostrato grande attenzione e rigore sul tema delle regole.

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