Cronaca locale

E Sala vola ad autopromuoversi negli Usa: "Incontrerò i Democratici anti Trump"

No alla cittadinanza onoraria a Guaidò, la sinistra si spacca in Consiglio

E Sala vola ad autopromuoversi negli Usa: "Incontrerò i Democratici anti Trump"

Una settimana negli Usa, a New York «per promuovere Milano dal punto di vista turistico e degli investimenti» e a Washington «per avere incontri politici, anche con esponenti Democratici, per capire cosa succede in vista delle Presidenziali». Beppe Sala vuo' fa' l'americano? Piuttosto gli sta stretto il ruolo da sindaco (al di là delle dichiarazioni) e prova a cercare contatti e alzare (ancora) il suo peso politico all'interno del centrosinistra in attesa di futuri sviluppi. Davanti alla platea dell'Ispi a Palazzo Clerici ieri ha svelato che dal 13 maggio farà un tour tra Grande Mela e Washington. «Milano deve giocare una partita anche internazionale - sostiene - e voglio portare anche un'altra testimonianza dell'Italia». Il sottinteso sarebbe: una testimonianza opposta a quella del governo Lega-M5S. «Conosco personalmente dai tempi di Expo Nancy Pelosi ma stiamo vedendo anche chi saranno gli altri candidati della convention democratica, vorrei incontrarne un paio» anticipa. Sala affonda (ancora) l'autonomia lombarda. «Perchè si è deciso che devono avere più poteri le Regioni e non le grandi città. Ad esempio trovo sbagliata la riforma del titolo V che ha dato più poteri alle Regioni sul turismo, la Lombardia gestisce il 95% delle risorse per promuoverlo, ma nel mondo è vendibile il brand Milan o Italy, non certo Lombardy». E continua a ribadire che Milano produce il 10% del Pil, attira il 30% degli investimenti stranieri. «Alcune Regioni, forse non esagero, valgono meno di un paio di quartieri di Milano». Il pubblico vuol sapere se il dossier Milano-Cortina può davvero strappare a Stoccolma la sede delle Olimpiadi 2026 e Sala (che già è stato ammonito settimane fa dal Comitato olimpico internazionale) prova a non sbilanciarsi: «Il Cio mi vieta di fare un confronto, ma chi ha visto i Mondiali ad Are si è fatto un'idea, c'erano gare di discesa libera di giorno con la luce artificiale, e Are dista 1.500 da Stoccolma». Ma trova già il capro espiatorio in caso di sconfitta: «La nostra proposta è fortissima ma molto dipenderà dal nostro governo. Il 24 giugno a Losanna voteranno 87 Paesi membri, lo faranno sulla proposta o condizionati dai rapporti politici? Come voterà la Francia?».

C'è chi (vedi il capogruppo di Milano Popolare Matteo Forte) vede invece come un boomerang il suo no alla cittadinanza onoraria a Guaidò. In aula la sinistra si è spaccata sulla mozione del consigliere Enrico Marcora (lista Sala) contro il governo Maduro e a sostegno del popolo venezuelano. Il Pd ha stralciato la parte che chiedeva di concedere la cittadinanza onoraria al presidente Guaidò e pure Sala si è dissociato («è esecrabile quello che Maduro ha fatto ma da qui a dare cittadinanza a Guaidò, che è da capire quanto sia una vera alternativa, ce ne passa»). La mozione è passata con 26 voti.

N on hanno partecipato Milano Progressista, il Pd Carlo Monguzzi («i venezuelani devono andare a elezioni libere ma con la presa di potere di Gaidò») e M5S.

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