Cronaca locale

Effetto Covid sui nuovi affidi in calo negli ultimi due anni. E ora ci sono quelli "culturali"

Dieci incontri del Comune per gli aspiranti. L’assessore Bertolé: "Non si è soli nel viaggio, esperti a disposizione"

Effetto Covid sui nuovi affidi in calo negli ultimi due anni. E ora ci sono quelli "culturali"

Dieci incontri in un anno (il prossimo è fissato il 9 febbraio) aperti a coppie o persone che vogliono ad aprire le porte ai bimbi di famiglie in difficoltà. I nuovi affidi familiari con il Covid hanno subito una frenata e il Comune spinge per la ripresa. Vuoi la preoccupazione di inserire una nuova persona in casa in un periodo di rischio sanitario, vuoi la crisi economica che con la pandemia ha colpito tanti milanesi, se nel 2019 erano stati attivati 73 nuovi affidi nell'anno del lockdown sono scesi a 43 e anche nel 2021 sono stati solo 45. Palazzo Marino fa più fatica a trovare nuove disponibilità. Per contro, la pandemia ha reso invece più stabili e duraturi i progetti che erano già in corso. Chiusi in casa a lungo e con rapporti limitati con l'esterno, si sono rafforzati i legami con i bimbi accolti temporaneamente, tant'è che nel 2019 gli affidi «in prosecuzione» erano 196 e sono saliti a 224 nel 2020. Anche gli affidi «chiusi» sono stati solo 41 contro i 48 del 2019.

Esistono varie forme di affido, quello eterofamiliare a tempo pieno (quando il bimbo è accolto da qualcuno con cui non ha legami di parentela), di pronta accoglienza (dedicato ai più piccoli, da zero a tre anni), c'è l'affido a tempo pieno ai parenti (sono stati 44 nel 2019, l'anno dopo 46 e 41 nel 2021) e le forme di affido più leggere, giornaliero, per i weekend o le vacanze (35 casi nel 2019 e poi 30 e 32). Sommando tutte le casistiche, il saldo è quasi in equilibrio: 318 affidi di vario tipo nel 2019 e 2020, dieci in meno l'anno scorso.

«L'affido familiare sottolinea l'assessore al Welfare Lamberto Bertolé - è un servizio messo a disposizione dal Comune per far si che i minori che provengono da famiglie in difficoltà possano avere il supporto che serve loro per crescere serenamente. La pandemia ha reso più difficile il nostro lavoro, ma non ci ha fermati. Accogliere un bambino vuol dire aprirsi all'incontro con fiducia e flessibilità, accompagnarlo per il tempo che serve, fargli spazio nella propria vita e nella propria casa, provare a sostenerlo nel suo percorso, sempre rispettando le sue origini e sostenendolo, quando è possibile, nel ritorno alla sua famiglia d'origine». Bertolè ringrazia «tutte le persone che si sono proposte per questa esperienza straordinaria» e ci tiene a «rassicurare chi sta pensando di intraprendere questo percorso sul fatto che non si è mai soli in questo viaggio: si può contare sull'aiuto costante dei professionisti esperti del Comune e sulle tante altre famiglie che hanno compiuto la stessa scelta». Il calendario degli incontri con gli esperti è pubblicato sul sito del Comune, la sede del Coordinamento affidi si trova in viale Luigi Sturzo 42. Possono diventare affidatarie persone singole o coppie, sposate o conviventi, senza vincoli di età. Le famiglie disponibili partecipano ad un percorso di informazione e approfondimento, sono previsti colloqui con assistente sociale e psicologo e una visita domiciliare. Una volta superato l'«esame», il Comune verifica l'abbinamento migliore con bimbi e ragazzi in attesa e si avvia la conoscenza col supporto degli operatori.

E il Municipio 8 ha lanciato giorni fa anche a Milano l'«affido culturale», grazie all'associazione Mitiades che è attiva in altre città da anni.

Una persona single, una coppia o un genitore che abitualmente porta i figli al cinema o al museo può organizzare l'uscita con un'altra famiglia con bambini che non può permetterselo o non frequenterebbe per vari motivi quei luoghi.

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