Cronaca locale

"Ergastolano ti scrivo". Il teatro s'interroga su giudizio e castigo

"Fine pena: ora", dal romanzo al Piccolo Al Carcano l'Eneide e l'immigrazione d'oggi

"Ergastolano ti scrivo". Il teatro s'interroga su giudizio e castigo

«Vi lascio solo un'idea di fare teatro in un modo diverso dagli altri. Questo non vi servirà molto. Anzi, vi farà soffrire di più. Ma sarà anche il vostro segno di orgoglio. Portate con voi l'esempio di una moralità teatrale per un mondo migliore e più buono. Non dimenticatevi: in epoche oscure le luci più tenui brillano come stelle. E ricordatevi anche che, nonostante tutto, il Mondo non finisce qui. Che il Teatro non finisce qui». Valentina Cravino, dirigente del Piccolo, ha postato questa esortazione di Giorgio Strehler su Facebook. Noi la utilizziamo come occhiale per scovare le «luci più tenui», e quelle più forti, sulle scene del weekend. A partire dal Piccolo Teatro Grassi, dove fino al 22 dicembre vediamo Fine pena: ora. Lo spettacolo, prodotto dal Piccolo, con drammaturgia di Paolo Giordano e regia di Mauro Avogadro, è un bell'esempio di teatro civile, tratto dal libro di Elvio Fassone sul carteggio tra un giudice (interprete, Sergio Leone) e un ergastolano (Paolo Pierobon). Mondi distanti, ma allacciati, che aiutano a capire il significato dell'errore e della giustizia.

Al Menotti, un testo dello svizzero Friedrich Dürrenmatt - tra i massimi artefici di trame sorprendenti - che prende le mosse da Danza macabra dello scrittore svedese: Play Strindberg. In scena fino al 3 dicembre, con Maria Paiato, Franco Castellano, Maurizio Donadoni (regia di Franco Però) un classico triangolo - lui, lei, l'amante - che si mette alle corde come su un vero ring. Flash di guerre familiari restituite con grazia e sarcasmo. Al Filodrammatici, ultime due repliche di Le scoperte geografiche con Francesco Petruzzelli e Daniele Gattano, regia di Virginia Franchi. Il titolo è motivato: due compagni di banco ripassano la lezione di storia, che tratta di Colombo, Magellano, Caboto e altri navigatori. Siamo negli anni '50, il viaggio nella vita dei due ragazzi si intreccia con quello, eroico, degli esploratori. Una storia di formazione, ma valida per ogni età. Al Teatro della Cooperativa di via Hermada uno spettacolo scritto e diretto da Bebo Storti: Tacco 15 in scena fino a domenica 26. Storti entra, attraverso un noir, nel tema della violenza verso le donne. Per la messinscena, il regista ha ascoltato la voce di donne incarcerate, vittime di un sistema che le ha portate a vendersi allo strapotere maschile. Al Carcano si può seguire Il viaggio di Enea fino al 3 dicembre, di Olivier Kemeid con Fausto Russo Alesi, pluripremiato talento della scena. L'Eneide di Virgilio è qui richiamata per descrivere il dramma delle odierne migrazioni. E, come spesso accade, il confronto con il mito aiuta a capire che cosa succedendo, sia pure senza dare soluzioni (forse non ci sono).

Chiudiamo la passeggiata teatrale al Parenti, dove fino al 14 dicembre vediamo L'operazione testo e regia del bravissimo Rosario Lisma, che ci racconta come quattro attori che mettono in scena una pièce sulle Brigate Rosse riesce a farsi recensire dal critico più potente.

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