Cronaca locale

Evelyn Glennie a Milano: "Con il mio sesto senso esploro le percussioni"

L'artista scozzese diventata sorda dall'infanzia ascolta con il corpo: "Chiunque può farlo, è questione di concentrazione"

Evelyn Glennie a Milano: "Con il mio sesto senso esploro le percussioni"

Il concerto in programma a MiTo in programma questa sera a Milano vede il palcoscenico del Teatro Fontana animarsi della “danza musicale” della percussionista scozzese Evelyn Glennie che, percependo ed esprimendo ciò che non può più sentire attraverso il movimento, disegna i contorni del ritmo nello spazio; con lei il pianista Philip Smith (musiche di Antonio Vivaldi, Evelyn Glennie/Philip Sheppard, James Keane, Keiko Abe, James Tenney, Nebojša Jovan Živković).Vederla, oltre che ascoltarla, è dunque un’esperienza davvero speciale.Superando ogni possibile pregiudizio e aspettativa la Glennie, divenuta sorda durante la sua infanzia, è oggi una delle maggiori virtuose di una famiglia di strumenti variegata e complessa qual è quella delle percussioni. L’artista poche ore prima del concerto ha risposto ad alcune domande.

Evelyn Glennie, la musicista diventata sorda durante l'infanzia che "ascolta" col corpo. E' come se avesse scoperto il (vero) sesto senso o no?

“Chiunque ha la possibilità di ascoltare attraverso il corpo, è una questione di sensibilità e concentrazione, puoi facilmente imparare a sentire "attraverso il corpo" anche quando mediti per esempio".

Forse il suo modo di sentire è anche l'ingrediente che la fa suonare in maniera molto personale, diversa... E poi chissà quanto studio...

“Praticare è parte della mia giornata e della mia vita. È molto spontaneo, sarebbe impossibile dire per quanto tempo ogni giorno. Il processo della pratica inizia al mattino e finisce quando sono abbastanza soddisfatta”.

Si puo' dire che Beethoven, a un certo punto diventato sordo, ascoltava e componeva come lei? Come si comportava in merito? Ci sono stati altri casi come il suo?

“Non si può fare e non serve un confronto con un grande compositore o con qualcun altro. Quando la musica è parte di te, è nel tuo cervello. Quindi, nessun limite pratico può fermarlo. Adotti naturalmente te stesso e le tue abilità per superare ogni barriera”.

La capacità di ascolto sembra avere un ruolo centrale: si può provare a sentire come sente lei, come predisporsi? L'ascolto col corpo non sembra facile...

“Devi solo reindirizzare tutto il tuo corpo e la tua mente sul processo di vibrazione, trasformando una vibrazione in un suono. Ovviamente, se ami la musica è più facile. Frequentare corsi di meditazione può essere anche opzione”.

Al MiTo lei porta un programma ricco di autori e brani da scoprire, vuole in sintesi accennare ai pezzi che più le stanno a cuore, dunque da non mancare?

“Amo tutta la mia musica e direi che vale la pena partecipare al concerto per ogni singolo pezzo. Sarà bello far capire alla gente che la musica contemporanea è bellezza".

Percussioni e pianoforte: due "galli nel pollaio", entrambi ritmici, come è riuscito l'autore Zivkovic a uscire dal questo labirinto? E come si trova in questo dialogo a due?

“Zivkovic ha ritenuto che il pianoforte fosse la combinazione perfetta per dare e aggiungere valore alla musica-percussioni”.

Lei è la prima persona ad aver fatto una carriera a tempo pieno come percussionista-solista: è la donna delle imprese (quasi) impossibili, la prossima?

“Ci sto pensando, sarà una sorpresa!”

Quando non è davanti agli strumenti, che cosa fa Evelyn?

“Adoro andare in bicicletta, selezionare diversi tipi di tè e libri di filosofia di lettura”

Se già ha avuto modo di approfondire, che rapporto sente con l'Italia, con Milano?

“Amo Milano, è uno dei cuori più grandi in Italia, una città meravigliosa e pulsante”.

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