Cronaca locale

«Facciamo amare il whisky ai buongustai indaffarati»

Marco e Federico hanno creato «Dream»: serate di degustazione, viaggi in Scozia e un «quasi club»

Alberto Milan

Il problema a Milano è trovare il tempo. Perché dietro ogni barzelletta o video del «Milanese imbruttito» c'è un fondo di verità: non c'è tempo per la palestra, leggere un libro, andare al cinema, neppure per informarsi e scegliere una buona bottiglia.

È qui che arrivano Marco Maltagliati e Federico Mazzieri con il loro «Dream». Che - se non si parlasse di Scotch, ovvero un distillato dalla storia ancestrale -, si potrebbe definire una «start up» nata «per far apprezzare il whisky a tutti, spogliandolo delle etichette e dei pregiudizi».

Nella loro nuova sede, il fantastico loft di «Enjoy-artigiani del bere» di via Colletta (zona Porta Romana), M&F raccontano la loro storia. Tutto parte da Marco, lunga esperienza con «L'alchimia del whisky» al mitico «1930» e un entusiasmo trascinante nel raccontare la storia e la magia di uno spirito che però spesso spaventa per gradazione e quell'aura di «complessità»: «Invece il whisky è fatto di emozioni, cultura, natura e condivisione - spiega -. Chi ama il buon cibo e il buon bere magari non ha tempo di studiare etichette. Il whisky è il mio karma, dev'essere piacere senza menate».

Federico, master in Food & Wine management, rimane folgorato sulla via delle Highlands. Con Marco scopre un mondo divertente e variopinto di sensazioni e si domanda se lo stesso percorso non possa interessare ad altri buongustai come lui. E insieme fondano «Dream», che diventa l'ultima novità nell'effervescente scena del whisky di Milano, dove già si tengono il festival più grande d'Italia e numerose degustazioni.

Le serate di assaggi, infatti, sono state l'inizio: «Senza mai salire in cattedra - ci tengono a dire M&F -. Ogni partecipante si trova due bottiglini, senza nome. Non sa cosa beve, ne chiacchieriamo insieme e proviamo qualche abbinamento. Il resto viene da sé». Le degustazioni sono state a tema: l'olfatto, il gusto, l'alcool, la torba, il risveglio dei sensi. La prossima sarà sul tempo. Approccio rivoluzionario, che affascina chi ne sa poco ma diverte comunque chi ne sa di più, «perché basta un favo di miele o un macaron all'olio d'oliva per cambiare l'idea di un whisky».

Ma «Dream» mira in alto, ovvero a diventare quasi «personal shopper» di chi cerca un buon single malt. L'offerta è infinita, per farsi una cultura servono anni: «Puntiamo a scegliere la qualità per chi non ha tempo di informarsi ma vi non rinuncia». Con un sito di e-commerce e con degli imbottigliamenti indipendenti, ovvero singoli barili selezionati personalmente in Scozia e in arrivo tra settembre (due già imbottigliati) e Natale. E dato che la qualità piace anche ai bartender, ecco l'attività di consulenza per i gestori di locali: «Perché non servono 300 bottiglie - sorride Marco -, ma una selezione ragionata e originale, un'esposizione intelligente e un servizio corretto».

Le chicche, però, M&F se le tengono alla fine. Oltre a tutto questo ci saranno anche viaggi «esperienziali» in Scozia. Non una supercazzola di marketing, ma tour privati nelle distillerie, incontri con le persone che il whisky lo fanno da 50 anni, degustazioni in spiaggia o sotto ponti medievali. Infine, i «mercoledì del whisky»: due serate al mese in cui la sede si apre ai whiskofili. Che potranno passare a bere un «dram» tra amici, come a casa. Magari trovandoci un grande collezionista o un imbottigliatore pronto a fare due chiacchiere, o perché no una selezione di sigari.

Tutto comunque all'insegna del piacere, l'unica etichetta che valga la pena rispettare.

Commenti