Cronaca locale

False ditte per assumere clandestini: 11 arresti

Aziende «create» per fornire false documentazioni a oltre 1.500 immigrati. Indagati in 171

Era un ragioniere di 55 anni, titolare di uno studio a Sesto San Giovanni, il presunto capo dell'associazione a delinquere scoperta dalla polizia di Monza sotto la guida della procura brianzola: migliaia i contratti falsi emessi per consentire a centinaia di immigrati di ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno dal 2007 ad oggi, per un giro d'affari da almeno 3 milioni di euro. Il commercialista, destinatario di una misura cautelare in carcere, si dedicava da anni esclusivamente a questa attività insieme a tre suoi collaboratori dello studio, anche loro indagati per associazione a delinquere: insieme ad altri 8 sono ora agli arresti domiciliari. L'attività consisteva nell'aprire e chiudere società oppure sfruttare imprese esistenti, come quelle di servizi per le pulizie, per far assumere falsamente immigrati che avevamo bisogno di un contratto per ottenere i documenti e rimanere in Italia. Gli immigrati che avevano bisogno venivano reclutati in un phone center di Limbiate (MB) dove alcuni procacciatori, collegati al ragioniere, si facevano pagare dai 200 ai 3000 euro per fornire in pochi giorni i documenti. Destinatario di misura cautelare è anche il titolare del phone center.

Consistenti le cifre: 1580 le procedure di permesso di soggiorno interessate, più della metà bloccate prima di andare a buon fine; 828 le imprese coinvolte tra già esistenti e fittizie, 35 quelle accertate; 171 gli indagati, fra italiani e stranieri; 42 le persone coinvolte nel reato di associazione a delinquere (di cui 10 italiani e 30 stranieri). Risalgono al 2013 le prime segnalazioni, come ha riferito il sostituto procuratore di

Monza Manuela Massenz che ha guidato l'indagine insieme al procuratore aggiunto Luisa Zanetti, ma l'attività potrebbe essere anche precedente al 2007, prima data a cui si è risaliti dalle carte.

Negli uffici immigrazione è stato necessario confrontare i dati dei contratti che gli immigrati presentavano con la banca dati Inps per risalire al commercialista, come ha rivelato descrivendo l'indagine il dirigente del commissariato di Monza, Angelo Re: «All'indagine è stato dato il titolo di Idra, perché quando il ragioniere chiudeva una società, tagliandole la testa, ne apriva poi altre tre».

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