Cronaca locale

La felicità è sempre altrove, parola di Cechov

Al Teatro Fontana il giovanile «Platonov». All'Elfo, l'amore al tempo della guerra in Cecenia

Antonio Bozzo

Mai evitare Anton Cechov: è con questa esortazione in testa che segnaliamo Platonov, al Teatro Fontana fino al 19 gennaio. Un testo giovanile, pochissimo frequentato, dello scrittore russo, ritrovato per avventura nel 1921. Testo incompleto, spiegato dal titolo che gli è stato posto, nel quale a Platonov segue «un modo come un altro per dire che la felicità è altrove». In fondo, tutto Cechov dice che altrove è la felicità, e lo spettacolo del Mulino di Amleto, regia di Marco Lorenzi, ben restituisce la dolente poetica del drammaturgo.

Due gli spettacoli all'Elfo Puccini da mettere in agenda: In piedi nel caos (16 gennaio-2 febbraio) e Quel che accadde a Jack, Jack, Jack e Jack (fino al 19 gennaio). Il primo - testo di Véronique Olmi, regia di Elio De Capitani, interpreti Cristina Crippa, Carolina Cametti, Angelo Di Genio, Marco Bonadei - è ambientato a Mosca nel 1995, durante il conflitto in Cecenia. Racconta il ritorno a casa del soldato Yuri, ferito e sulla via dell'alcolismo: la moglie cerca di salvarlo da se stesso, in una città con mille problemi. Una storia d'amore su sfondo bellico, che ha il merito di far meglio conoscere il lavoro della scrittrice ed ex attrice francese Olmi. Il secondo, con quattro Jack nel titolo, non è un disco rotto, ma una commedia dai toni grotteschi su un padre e i tre figli; si chiamano tutti Jack e rappresentano un ragionato ventaglio di tipologie umane, intorno alle quali il giovane e apprezzato drammaturgo e regista Francesco Petruzzelli ricama uno spettacolo ben calibrato, con giovani attori e allievi dell'Accademia Silvio D'Amico, che lo stesso Petruzzelli frequentò, dopo una prima bocciatura. Sempre interessanti gli spettacoli al Teatro No'hma di Livia Pomodoro, dove il 15 e 16 gennaio (ingresso libero) torna la compagnia Hattiloo Theatre di Memphis, con Lady Day all'Emerson Bar and Grill, adattamento della commedia musicale sulla vita di Billie Holiday.

All'Out Off vediamo (fino al 9 febbraio) Sleepless. Tre notti insonni, tre brevi atti di conversazione scritti dalla londinese Caryl Churchill, nota per gli urticanti lavori teatrali. Churchill ha scritto il testo nel 1982, epoca di lady Thatcher: il trittico di vicende matrimoniali, pur ambientato in tempi lontani dalle tenzoni dovute alla Brexit, è sorprendentemente attuale. Spettacolo da non perdere è Sono bravo con la lingua. Una storia di fonemi, idiomi, linguistica, computer (Teatro della Cooperativa, fino al 26 gennaio). In scena Antonello Taurino, anche regista, e autore (con Carlo Turati); un monologo sul significato profondo delle lingue, che stanno agli esseri umani come il volo agli uccelli, e del loro rapporto con l'intelligenza artificiale dei computer. Temi da lezione universitaria, affrontati con carica comica da stand-up comedy. Chiudiamo la scorribanda tra i debutti al Parenti: dal 14 al 26 gennaio va in scena Io, mai niente con nessuno avevo fatto, di Vuccirìa Teatro, regia Joele Anastasi, anche interprete con Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano.

Un dramma di forte impatto, in una Sicilia che rimanda alle tragedie antiche.

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