Cronaca locale

Ferrari, l'irriducibile che «segnala» i nemici

Ferrari, l'irriducibile che «segnala» i nemici

Saverio Ferrari, come dice il proverbio, «perde il pelo ma non il vizio», cioè quello di indicare i «fascisti» con nomi, cognomi, indirizzi e possibilmente la foto. Come ha appena fatto nel suo sito, avvertendo i compagni dell'apertura di un ristorante di Casa Pound a due passi dalla Centrale. Ferrari infatti negli anni '70 faceva parte di Avanguardia operaia, nella cui sede furono trovati i dossier di diversi «nemici del popolo» tra cui Sergio Ramelli, massacrato a sprangate sotto casa. Un suo coinvolgimento diretto nel delitto non fu mai dimostrato, mentre lo stesso «avanguardista» fu condannato per l'assalto a colpi di molotov al bar «Porto di classe» che provocò sette feriti. Saverio Ferrari, con le sue 64 primavere, ha trasferito sulla rete la sua decennale militanza di sinistra. Gestisce infatti un «blog» dal significativo nome di «Osservatorio democratico sulle nuove destre». Recentemente ha segnalato, a chi potrebbe interessare, l'apertura di una osteria «nera». Indicando l'indirizzo, via Fabio Filzi 9, la società che la gestisce, Prince srl con sede in via Zezon 5, e il nome dell'amministratore, Marco Clemente, definito «capo milanese di Casa Pound». E giusto per la precisione, ricorda anche come nella società compaiano la moglie di Gianluca Iannone, Maria Bambina Crognale, con il 50 per cento, la «City Park Service srl» con il 49 e tale Annamaria Gravino con l'1 per cento. Poi, sempre per la precisione, aggiunge che Clemente è stato sposato con Roberta Capotosti, guarda caso candidata con il Pdl alle elezioni del 2011. Una volta dato l'obbiettivo, Ferrari si sente in dovere di fornire anche alcune precisioni circa l'orario migliore. «Mentre a mezzogiorno i clienti sono prevalentemente costituiti da impiegati della zona, la sera il locale diventa un punto di riferimento dell'estrema destra». Indicando tra i frequentatori Roberto Jonghi Lavarini, Paola Frassinetti e Guido Giraudo. I sanguinosi anni '70, di cui Ferrari è stato protagonista, sembra dunque non gli abbiano ancora insegnato nulla. Saverio infatti faceva parte di «Avanguardia operaia» responsabile - il 13 marzo 1975 - del brutale pestaggio di Ramelli. Il ragazzo, 19 anni da compiere, morì il 29 aprile, senza avere mai ripreso conoscenza. Il suo nome faceva parte di un lungo elenco di persone da colpire, trovato nella sede del gruppo extraparlamentare. Esattamente un anno dopo, un altro commando di AO, assaltò a colpi di bottiglie incendiarie il bar «Porto di Classe». Il locale fu devastato e incendiato, sette avventori furono feriti, tre di essi ridotti in gravi condizioni, uno restò invalido per tutta la vita. All'assalto parteciparono Marco Costa e Giuseppe Ferrari Bravo, gli assassini di Ramelli, e appunto Saverio Ferrari.

Individuato, venne processato e condannato a poco più di tre anni.

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